Il pluralismo religioso e la posizione del mondo cattolico
La nostra società sta diventando sempre più multietnica , multirazziale e caratterizzata dal pluralismo religioso sia autoctono sia dovuto al fenomeno migratorio.
Per avviare e implementare seriamente l’impegno ecumenico è necessario ricercare il dialogo con tutte le presenze religiose, non cristiane e non cattoliche, diffuse in Italia. Ma il dialogo non può essere attivato tra soggetti che si ignorano reciprocamente.
In questa direzione il primo passo significativo consiste nell’elaborare una mappa aggiornata dei gruppi religiosi presenti nelle varie realtà locali, distinguendo, anche in base ad una valutazione empirica, tra gruppi aperti al dialogo e gruppi che si mostrano piuttosto chiusi al dialogo.
Facendo riferimento alla presenze più diffuse nel nostro Paese, nel primo gruppo rientrano gli Ortodossi, gli Anglicani, i Protestanti.
Nel secondo gruppo rientrano invece gli Islamici, i Testimoni di Geova e alcune forme di “Pentecostalismo” che adottano atteggiamenti di chiusura.
Il dialogo, ovviamente, va ricercato con tutte le espressioni religiose anche se con alcune il compito appare più difficile.
Il secondo passo da compiere, dando per scontate le motivazioni connesse con il fenomeno migratorio, consiste nell’individuare e studiale i motivi della nascita e dell’incremento dei vari movimenti religiosi.
In questa analisi bisogna anzitutto risalire ai collegamenti ad organizzazioni sovrannazionali che hanno interessi economici e/o politici.
Accanto a situazioni geopolitiche vi sono anche motivazioni di natura psicologica. L’appartenenza ad un movimento religioso può apparire un facile rifugio per persone turbate psicologicamente, bisognose di sicurezze. Gli adepti a volte vengono vincolati con forme di coercizione emotive fino ad arrivare a limitazioni della libertà personale.
In una situazione caratterizzata, come nel caso del nostro Paese, da una rilevante tradizione cattolica, il proliferare di molteplici movimenti religiosi può essere favorito quando le comunità cristiane non esprimono con pienezza le potenzialità di vita e di testimonianza proposte dal Vangelo.
La scarsa conoscenza della Sacra Scrittura, da parte dei cattolici, può rappresentare un’altra causa che favorisce l’espandersi dei movimenti religiosi.
Un passo ulteriore riguarda la conoscenza delle tesi dottrinali dei vari gruppi religiosi. Per motivi di spazio ci limitiamo ad accennare a quelle dell’Islam e dei Testimoni di Geova.
ISLAM. Il termine significa “abbandono”, “sottomissione” alla volontà di Dio. L’Islam è nato attorno all’annuncio della rivelazione desunta dal Corano, trasmessa per opera del profeta Maometto. Il movimento religioso mosse i primi passi nella zona centrale della penisola arabica. In un primo momento Maometto intese rivolgersi solo alla sua gente. Gli sviluppi successivi portarono a valorizzare il potenziale universale del messaggio trasmesso dal Corano.
L’ISLAM si considera la più pura delle religioni monoteistiche e l’unicità di Dio è l’unico vero dogma.
Accanto al Corano c’è la Sunnah: l’insieme dei detti e fatti di Maometto che costituiscono le verità fondamentali. Per il tono delle argomentazioni contenute nella Sunnah essa si configura, più che una vera e propria teologia, come un’apologia difensiva, impegnata principalmente a contrastare gli avversari di questa fede piuttosto che investigare sul mistero divino.
I TESTIMONI DI GEOVA. Si dedicano alla diffusione del loro messaggio con molto zelo e spesso, soggettivamente, con sincerità.
Colpisce il loro atteggiamento di proselitismo aggressivo e a volte denigratorio. I seguaci si presentano come cristiani, ma in realtà non appartengono alla comunione cristiana. Rifiutano, infatti, verità fondamentali del Cristianesimo come la Trinità, la divinità di Cristo e negano l’immortalità dell’anima.
Quale può essere l’atteggiamento dei Cattolici verso i gruppi e movimenti religiosi ?
Anzitutto non aver paura del confronto e saper riconoscere gli elementi positivi e condivisibili che sussistono. San Paolo nella prima lettera ai cristiani di Tessalonica raccomanda: “ Esaminate ogni cosa e tenete ciò che è buono”. Francesco Olgiati, filosofo neoscolastico del secolo scorso, amava dire che in ogni errore c’è sempre un’anima di verità.
Nella Nota pastorale del 1989 si raccomanda di tenere verso gli altri gruppi religiosi: “Un atteggiamento di equilibrio, di fermezza e insieme di carità, rafforzando soprattutto la propria identità di fede”.
Attualmente Papa Francesco, seguendo la linea già tracciata da Giovanni Paolo II, sta compiendo dei passi significativi per l’unità di tutti i cristiani. In questa direzione particolare rilevanza assumono gli incontri di Assisi. L’ultimo passo, in ordine di tempo, è rappresentato dal viaggio, a sorpresa, dello stesso Papa Francesco in Svezia per avviare un processo di incontro e di apertura nei riguardi dei Luterani.