Un salto a Rovigo e dintorni
Se desiderate fare una gita fuori porta in un pomeriggio posso suggerire di espatriare oltre il Po nel Veneto.
Una prima sosta al Museo Archeologico Nazionale di Fratta Polesine (che non va dimenticato è il luogo natale dell’onorevole socialista democratico Giacomo Matteotti, uno dei primi martiri della nascente dittatura fascista e luogo popolato di ville per le vacanze dell’aristocrazia veneta) collocato nella sorprendente e recentemente restaurata villa palladiana detta “La Badoera”, dove fino al 26 febbraio è ospitata la mostra “Stazioni Olfattive. Storia del Profumo – Profumo della storia”. Un racconto suggestivo tra scienza e storia alla scoperta della meravigliosa arte profumiera. Un’occasione per conoscere da vicino un prodotto che continua a intrigare e sedurre. I pannelli illustrativi sono immersi nel Museo archeologico dedicato ai reperti dell’età del bronzo ritrovati nei dintorni, e in una sala a parte si possono annusare sia profumi conosciuti come il mandarino sia altri assolutamente ignoti con nomi esotici.
Il pomeriggio prosegue nel capoluogo dove si trova la mostra “I Nabis Gaugin e la pittura italiana d’avanguardia” a Palazzo Roverella (www.palazzoroverella.com), nel cuore di Rovigo fino al 14 gennaio 2017.
Nabis (dalla parola ebraica “profeti”) furono un gruppo di artisti parigini dell’avanguardia post-impressionista, attivi negli anni ’90 del XIX secolo. Il termine fu coniato dal Nabi Auguste Cazalis, esperto di ebraico e lingue orientali, per classificare un gruppo di giovani artisti usciti dall’Académie Julian e dall’École des Beaux-Arts che, appartenenti al filone del simbolismo, si raccoglievano intorno al pittore Paul Sérusier, con l’intento di rinnovare la pittura.
Un centinaio di opere, alcune molto conosciute, altre ancora da scoprire: cinque grandi “isole” e tanto, tanto colore. Una mostra di emozioni e di storie intense. Storie di artisti in fuga: da città, da legami, talvolta da loro stessi che trovano rifugio in riva al mare, quello potente della Manica o quello dolce e casalingo della Laguna veneziana quasi fossero alla ricerca del valore purificatore dell’acqua e degli elementi naturali. A Pont-Aven, sulla costa della Bretagna, Paul Gauguin giunse nel febbraio del 1888. Vi era già stato per un breve soggiorno due estati prima. Il sodalizio con Van Gogh nel frattempo era finito, l’olandese aveva scelto il sud della Francia, Gauguin la Bretagna. Qui si era spontaneamente formata, in una sorta di eden primitivo e quasi incontaminato, una comunità internazionale di giovani artisti che, dipingendo spesso insieme, traevano ispirazione dal paesaggio condividendo emozioni, esperienze e riflessioni. Dopo loro altri ne hanno seguito le orme perché la
semplicità, l’emozione e la sintesi elaborata nel ricordo ha avuto molti seguaci nel tempo:Rossi, Casorati e, dopo una doverosa menzione alle opere di Arturo Martini che pur essendo nato a Treviso e morto a Milano, ha vissuto e lavorato a Vado Ligure, segnalo due quadri che mi hanno particolarmente colpito: il trittico nella prima sala “Nei paesi del mare” di Charles Cottet 1898, con una famiglia di pescatori a tavola e ai fianchi la famiglia in attesa e i pescatori all’opera in Bretagna e una natura morta di Cagnaccio di San Pietro: non la solita frutta, o bottiglie o selvaggina varia, ma un succulento uovo fritto! Finalmente una natura morta che mi ha fatto venire l’acquolina in bocca! Usciti dalla mostra non lontano dalla piazza, in via X Luglio 45. la minuscola Osteria Zestea ci ha fatto assaggiare la sua specialità, a detta di tutti, il migliore toast particolarità di Rovigo. Trovarla però non è facile: l’ingresso sembra il portone di una casa di abitazione.