NO alle Olimpiadi di Roma: una scelta saggia e coerente
S’infuria la rete del grande potere economico e politico per il rigetto della candidatura di Roma ad ospitare le olimpiadi nel 2024.
La sindaca Virginia Raggi, in generale dimostratasi ancora non all’altezza dell’infausto compito di governare una capitale degradata
come Roma, è stata spinta dal suo Movimento a confermare una scelta saggia, lungimirante, coerente
con la sua campagna elettorale, con le basi ideologiche grilline e con la valanga di voti che ha conquistato alle ultime amministrative.
Chi ha sostenuto le olimpiadi a Roma è stato sonoramente bocciato dagli elettori. Se ne faccia una ragione Giovanni Malagò,
presidente del Coni che ha avuto il coraggio di parlare di grande opportunità persa per Roma nonostante fosse stato lui a
guidare l’organizzazione dei mondiali di nuoto del 2009 nella capitale, esempio lampante di sprechi clamorosi, lievitazione
dei costi di costruzione delle strutture peraltro tirate su malissimo ed altre irregolarità.
In due tronconi si possono dividere le motivazioni che hanno portato la Raggi a confermare la decisione che il Movimento Cinque Stelle,
sin dalla nascita contrario alla formula dei grandi eventi per rilanciare economia e territorio, aveva già preso. Da un lato ci sono
i numeri (negativi) che le olimpiadi hanno lasciato in eredità nelle città che le hanno ospitate negli ultimi decenni.
Si tratta di una formula destinata a creare debito, c’è poco da fare; gli impianti che servono i giochi olimpici hanno costi
di gestione insostenibili in condizioni di normalità. Cemento inutile e costoso, come non ce ne fosse già abbastanza a Roma.
D’altronde c’è un Paese, l’Italia, in cui non si riesce a garantire il rispetto delle regole. Una valanga di quattrini, non altro che debito
per le tasche di tutti i cittadini, sarebbero stati a disposizione di pochi che avrebbero potuto gestirli con leggi eccezionali,
proprio per agevolare la macchina organizzativa delle olimpiadi.
Poi, francamente, quando i peggiori rappresentanti dell’arrivismo economico all’italiana, furbo ed ipocrita, s’incazzano così
tanto per una scelta politica, allora bisogna sospettare che questa stessa scelta possa fare il bene della comunità.
A proposito delle proteste: è stato disgustoso il taglio che i principali media hanno dato alla vicenda: tutti schierati contro la Raggi,
persino la Rai del (presunto) servizio pubblico, con un’assenza di contraddittorio nel dibattito sull’argomento che ha lasciato basiti.
Per le migliaia di piccole opere di cui Roma ha bisogno occorre una buona programmazione politica, non un evento gigantesco.
I campetti e le palestre di periferia non avrebbero beneficiato di questa candidatura. C’è bisogno di pulizia, ordine, legalità,
civiltà a Roma. Meglio non complicare ed aggravare l’infausto presente.