Lopetegui l’uomo giusto per la Roja
La seleccion di Vicente Del Bosque è stata la migliore di tutti i tempi. A parlare sono anche i numeri: dopo l’Europeo di Aragones del 2008 sono arrivati un Mondiale ed un altro Europeo. Il ciclo, forse irripetibile, si era già chiuso dopo i mondiali brasiliani del 2014 con una inaspettata eliminazione al girone (imbarazzante il 5a1 subito ad opera dell’Olanda nella gara inaugurale). A seguire, ne abbiamo avuto conferma poco più di un mese fa agli ottavi di finale dell’Europeo di Francia dove la nostra nazionale si è sbarazzata della roja con un 2 a 0 senza appello. Spagnoli a casa e a seguire il giorno dopo ecco le dimissioni dell’allenatore più vincente della storia della roja.
Adesso toccherà al basco Julen Lopetegui raccogliere l’eredità di Del Bosque e guidare la roja nel percorso di qualificazione che porterà ai Mondiali di Russia 2018. Ex portiere, nato cinquant’anni fa in quel di “Asteasu” piccolo paesello della provincia di Guipuzoka nei Paesi Baschi. Cresce nelle giovanili della Real Sociedad transitato da Madrid sponda Real si consacra difendendo i pali del Logrones (squadra del capoluogo della regione La Rioja, un tempo stabilmente in Primera Division) tra il 1991 ed il 1994 poi secondo a Barcelona per 3 campionati dietro a Carles Busquez (il padre di Sergio) ed in chiusura di carriera 5 anni tra le fila del mitico Rayo Vallecano. Esordisce sulla panchina del Real Castilla (in buona sostanza il Real Madrid B) poi trova grande fortuna con le giovanili della roja. Dopo tre stagioni alla guida dell’Under 19 dove nel 2012 vince il Campionato Europeo di categoria (in quella rosa solo per citarne un paio Jese Rodriguez e Gerard Deulofeu attualmente in forza all’Everton) passa all’Under 21 dove l’anno seguente si laurea campione d’Europa battendo in finale gli azzurrini di Devis Mangia.
Allenatore moderno pratica un calcio offensivo fatto di verticalizzazioni e tanto possesso palla. A Porto dopo una prima stagione sicuramente positiva a gennaio 2016 qualcosa nell’ambiente si rompe e viene esonerato. Peccato perché c’erano le premesse per un ciclo vincente. Ricordo ancora i quarti di finale di Champions del 2015 dove allo Stadio Do Dragao un Porto spumeggiante mise al tappeto il Bayer di Guardiola in una gara semplicemente perfetta per i lusitani. Ora inizia una nuova avventura per il coach basco. Un allenatore capace di lanciare giovani di valore (a Porto da ultimo il mediano messicano Jesus Corona) che ha fatto la gavetta all’interno della Federazione dove ha già guidato diversi elementi tra cui Morata e Thiago Alcantara che inevitabilmente faranno parte del suo progetto. Si apre dunque un nuovo ciclo con grandi aspettative. La parola ora passa al campo…