Lumiere! L’invenzione del cinematrografo
Come ogni anno l’importante Cineteca di Bologna, la più famosa d’Italia, organizza la rassegna di film in piazza Maggiore, che ogni estate raccoglie folle di appassionati. Quest’anno a contorno si è inaugurata una pregevole mostra dedicata all’invenzione del cinema: situata nel sottopasso di piazza Re Enzo, resterà aperta fino al 22 gennaio 2017. L’evento è curato dall’Institut Lumière per la prima volta fuori dai confini della Francia.
Nei pannelli introduttivi è percorsa l’avventura della famiglia che ha inventato il Cinematografo: Antoine, pittore e fotografo, i due figli Louis e Auguste così capaci che, ancora adolescenti, prendono le redini dell’industria di famiglia. È Louis, infatti, appena diciassettenne, a inventare la famosa Etiquette Bleu, una lastra fotografica, per l’epoca molto sensibile che consente, per la prima volta, di fissare e riprodurre il movimento.
Lo stabilimento (del quale è riportato un grande plastico) dei Lumière è la prima industria fotografica d’Europa e nel 1884 conta più di 250 dipendenti. È in quegli stessi anni che si scatena una gara a colpi di brevetti e invenzioni tra Europa e Stati Uniti ben documentata: la fotografia in movimento è l’oggetto di una ricerca incessante, la cui epopea potremo raccontare anche grazie al contributo delle collezioni del Museo Nazionale del Cinema di Torino e della Cinémathèque Royale de Belgique. Sarà Louis a inventare il Cinématographe e i Lumière sono gli ultimi inventori e allo stesso tempo i primi autori e programmatori del cinema.
Dal 1896 il Cinématographe Lumière restituisce il mondo al mondo. Per la prima volta tutti possono ammirare immagini in movimento di tutti i luoghi del pianeta. E i protagonisti non sono solo i reali e le grandi personalità, ma gli uomini e le donne, le città, i paesaggi di tutti i paesi del mondo.
Ai Lumière non si deve solo il cinematografo, ma anche una serie straordinaria di invenzioni, tra cui i bellissimi e veramente suggestivi Autochromes (la prima fotografia a colori) e una singolare proiezione in 3D che ripercorre il primo filmato del treno. Tutto questo, e molto di più, in una mostra che ci farà ritrovare un luogo di Bologna a lungo invisibile e le origini dello sguardo moderno sul mondo.
Oltre a una notevole rassegna di attrezzature, molto spazio è dedicato ad antiche immagini e non posso non evidenziare, purtroppo, che è assolutamente carente la identificazione delle stesse. Anche se vi è una fugace indicazione esplicativa all’inizio del filmato poi scompare in una lunga galleria dove sono proiettate simultaneamente immagini dal mondo, in molti altri casi proprio nulla è detto su luogo e data del filmato riprodotto. In un caso un’autentica beffa: le didascalie ci sono, ma scritte in caratteri minuscoli e al buio, quindi sostanzialmente illeggibili.
Fra tutti i filmati uno è particolarmente interessante per i bolognesi perché riporta immagini di Bologna antica, affiancato da un pannello che ricorda gli inizi del cinema a Bologna e il Cinema Modernissimo, del quale è previsto il restauro e recupero per rendere permanenti le rassegne estive. Anche qui una notazione critica: è in un corridoio stretto senza sedie e senza alcuna indicazione dell’epoca alla quale si riferiscono.
Una mostra in ogni caso da vedere e che apprezzerete. Per tutte le informazioni pratiche si può consultare il sito https://festival.ilcinemaritrovato.it/evento/lumiere-linvenzione-del-cinema/ mentre il programma della rassegna dei film si trova http://www.cinetecadibologna.it/sottolestelledelcinema2016