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Scritto da nel Arte e Spettacolo, Numero 131 - 1 Luglio 2016 | 0 commenti

Lumiere! L’invenzione del cinematrografo

Lumiere! L’invenzione del cinematrografo

 

Come ogni anno l’importante Cineteca di Bologna, la più famosa d’Italia, organizza la rassegna di film in piazza Maggiore, che ogni estate raccoglie folle di appassionati. Quest’anno a contorno si è inaugurata una pregevole mostra dedicata all’invenzione del cinema: situata nel sottopasso di piazza Re Enzo, resterà aperta fino al 22 gennaio 2017. L’evento è curato dall’Institut Lumière per la prima volta fuori dai confini della Francia.

Nei pannelli introduttivi è percorsa l’avventura della famiglia che ha inventato il Cinematografo: Antoine, pittore e fotografo, i due figli Louis e Auguste così capaci che, ancora adolescenti, prendono le redini dell’industria di famiglia. È Louis, infatti, appena diciassettenne, a inventare la famosa Etiquette Bleu, una lastra fotografica, per l’epoca molto sensibile che consente, per la prima volta, di fissare e riprodurre il movimento.

Lo stabilimento (del quale è riportato un grande plastico) dei Lumière è la prima industria fotografica d’Europa e nel 1884 conta più di 250 dipendenti. È in quegli stessi anni che si scatena una gara a colpi di brevetti e invenzioni tra Europa e Stati Uniti ben documentata: la fotografia in movimento è l’oggetto di una ricerca incessante, la cui epopea potremo raccontare anche grazie al contributo delle collezioni del Museo Nazionale del Cinema di Torino e della Cinémathèque Royale de Belgique. Sarà Louis a inventare il Cinématographe e i Lumière sono gli ultimi inventori e allo stesso tempo i primi autori e programmatori del cinema.
Dal 1896 il Cinématographe Lumière restituisce il mondo al mondo. Per la prima volta tutti possono ammirare immagini in movimento di tutti i luoghi del pianeta. E i protagonisti non sono solo i reali e le grandi personalità, ma gli uomini e le donne, le città, i paesaggi di tutti i paesi del mondo.
Ai Lumière non si deve solo il cinematografo, ma anche una serie straordinaria di invenzioni, tra cui i bellissimi e veramente suggestivi Autochromes (la prima fotografia a colori) e una singolare proiezione in 3D che ripercorre il primo filmato del treno. Tutto questo, e molto di più, in una mostra che ci farà ritrovare un luogo di Bologna a lungo invisibile e le origini dello sguardo moderno sul mondo.

Oltre a una notevole rassegna di attrezzature, molto spazio è dedicato ad antiche immagini e non posso non evidenziare, purtroppo, che è assolutamente carente la identificazione delle stesse. Anche se vi è una fugace indicazione esplicativa all’inizio del filmato poi scompare in una lunga galleria dove sono proiettate simultaneamente immagini dal mondo, in molti altri casi proprio nulla è detto su luogo e data del filmato riprodotto. In un caso un’autentica beffa: le didascalie ci sono, ma scritte in caratteri minuscoli e al buio, quindi sostanzialmente illeggibili.

Fra tutti i filmati uno è particolarmente interessante per i bolognesi perché riporta immagini di Bologna antica, affiancato da un pannello che ricorda gli inizi del cinema a Bologna e il Cinema Modernissimo, del quale è previsto il restauro e recupero per rendere permanenti le rassegne estive. Anche qui una notazione critica: è in un corridoio stretto senza sedie e senza alcuna indicazione dell’epoca alla quale si riferiscono.

Una mostra in ogni caso da vedere e che apprezzerete. Per tutte le informazioni pratiche si può consultare il sito https://festival.ilcinemaritrovato.it/evento/lumiere-linvenzione-del-cinema/  mentre il programma della rassegna dei film si trova http://www.cinetecadibologna.it/sottolestelledelcinema2016

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