La seduzione dell’antico: da Picasso a Duchamp, da De Chirico a Pistoletto al MAR di Ravenna
Una serie di sfortunate circostanze mi hanno portato a visitare questa interessante mostra quando la chiusura era prossima, in tempi non compatibili con il periodico.
Ma ritengo comunque opportuno ricordarla brevemente, in modo da sollecitare l’attenzione sulle manifestazioni di questo Museo che sono in generale degne di essere visitate!
Riprendo pertanto il depliant di presentazione che parte da quanto scriveva Carlo Carrà “Quel non so che di antico e di moderno….” in un tempo in cui, dopo la stagione futurista, era ormai rivolto ad un ripensamento del passato avviato con ‘Parlata su Giotto’ e ‘Paolo Uccello costruttore’.
Un pensiero che ormai andava diffondendosi anche oltre i confini, ambiguamente definito il ‘ritorno all’ordine’ dopo le ‘avventurose’ sortite delle avanguardie che avevano segnato il primo Novecento fino agli anni della Grande Guerra.
Ma se la fase delle avanguardie storiche non poteva dirsi conclusa, almeno fino all’entrata in scena del Surrealismo, col manifesto del 1924, il clima storico era profondamente mutato, come stanno a documentare i cambiamenti di rotta di diversi protagonisti di quelle stesse avanguardie.
La mostra, realizzata grazie al prezioso sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna e curata da Claudio Spadoni, esamina quanto insopprimibile sia stato il richiamo dell’ “antico” lungo tutto il ’900. Il secolo che all’insegna del ‘nuovo’ ha visto le avanguardie dei primi decenni e quindi le neoavanguardie del secondo dopoguerra, protagoniste della scena artistica internazionale, e alle quali anche la critica, Musei, Fondazioni e un mercato sempre più determinante, hanno rivolto le maggiori attenzioni.
Questa mostra, ripercorrendo la storia del secolo scorso con uno sguardo diverso, mira a documentare artisti e vicende che testimoniano l’attenzione all’ “antico” non solo degli artisti che non sono stati partecipi delle ricerche e delle trasgressioni delle avanguardie, ma anche di molti che senza rinnegare la loro appartenenza a movimenti, gruppi, tendenze innovative, hanno attinto, in modi diversi, alla memoria storica.
Una memoria ripresa talora come restituzione moderna di modelli dell’antico, magari fino all’esplicita citazione; oppure in forma evocativa, o ancora, come pretesto per una rilettura inedita o uno sguardo disincantato rivolto a opere e figure mitizzate del passato per contestualizzarle in una contemporaneità all’apparenza quanto più lontana dalla tradizione. Fino alle operazioni più disincantate e dissacratorie condotte da alcuni artisti.
Da protagonisti come De Chirico, Morandi, Carrà, Martini, Casorati, al periodo cruciale del ’ritorno all’ordine’ fra le due guerre, col ’Novecento’ di Margherita Sarfatti e Sironi figura dominante, fino al cosiddetto ’Realismo magico’, ma anche alle versioni diversissime del ’neobarocco’, da Scipione a Fontana a Leoncillo; figure come Guttuso e Clerici, quindi la stagione della Pop Art, con Schifano, Festa, Angeli, Ceroli, e quindi, nel pieno dell’Arte Povera, Paolini e Pistoletto.
E ancora, da Salvo ad Ontani, da Mariani a Paladino. Con una presenza rilevante di stranieri quali Duchamp, Man Ray, Picasso, Klein, per citare solo pochi nomi.
Alcune opere sono molto famose come Piazza d’Italia di Giorgio de Chirico o la Maternità di Gino Severini e già le conoscevo, ma tutte le altre hanno rispettato il tema e pochissime erano di quella pittura moderna che ritengo inguardabile…
Ulteriori informazioni si possono trovare nel sito http://www.mar.ra.it/ita/Mostra/La-seduzione-dell’antico dove si può vedere una rivisitazione della Gioconda alla quale è stata confuso il sesso, assunta come testimonial di questa esibizione.