Dieci anni da ringraziare
Grazie.
Mi sono domandato più volte come dovevo iniziare questo breve editoriale sul decennale dell’Arengo, finché non mi sono convinto che ringraziare era l’idea migliore. Ma ringraziare chi? I lettori? Il direttore e i collaboratori? Certo: tutti coloro che leggono, e tutti coloro che hanno riempito di contenuto il contenitore. Ma prima di tutto, pur da veteroagnostico antisuperstizione quale sono, voglio ringraziare qualcosa che aleggia nel web, come uno spirito che muove le coscienze: il contenitore, l’Arengo.
È sufficiente sfogliare un vocabolario o un dizionario enciclopedico per chiarire che l’arengo è un luogo. Da nessuna parte se ne specifica la forma, che si può tuttavia desumere dall’etimologia della parola: dal tardo latino arengum, mutuato dal gotico hrings che significa – e ne viene poi nella germanica lingua inglese la parola ring – cerchio. In questo luogo le persone convengono a un momento assembleare in cui la partecipazione è fondativa di decisioni prese in base a un dibattito che forma la scelta nella coscienza di ciascuno. Insomma: il luogo offre il modo.
Così accade su internet con L’Arengo del Viaggiatore: il luogo è la base di quel che vi accade, e questo fa la differenza. Gli articoli che tutti noi scriviamo – io tormento i lettori ormai da cinque anni – sono la sostanza dell’iniziativa, ma è importante valutare la rilevante unicità di questo progetto nel panorama del web. In un momento in cui le opinioni si esprimono urlandole su egoistiche bacheche di facebook oppure relegandole a pezzulli per blog personalistici ospitati – si dice proprio così – da siti d’informazione, il nostro Arengo chiede di entrare e dire la propria, quale che sia, perché possa essere raccolta da altri e non disperdersi in rete, come sempre più di frequente accade.
Sull’Arengo la libertà di pensiero è sacra; potrei raccontarvi le mille cordiali litigate politiche avute con l’amico direttore, che mai si è sognato di vietarmi un argomento o di cassarmi un punto di vista, fosse anche il più distante dal suo. È il suo modo d’essere antifascista; è l’espressione sincera del suo culto del dialogo e della sua ferma idea di socialismo liberale.
L’Arengo è del Viaggiatore, e viaggiatore è chi scrive ma anche chi legge, protagonisti di esperienze sempre nuove perché alla ricerca di terreni inesplorati di incontro culturale, politico, sportivo, e d’ogni campo: ogni occasione è buona per accendere la miccia di una trattazione pubblica. Più partecipazione si avrà, più avremo la certezza d’aver colto il risultato sperato. Ora, sarebbe scontato chiudere augurando buon viaggio all’Arengo, quindi non lo farò; chiuderò ringraziando, come ho aperto. Ringrazio un luogo virtuale che consente la manifestazione di idee, il loro confronto, il loro mutare o rafforzarsi. Un luogo virtuale che, dunque, contiene e offre qualcosa di molto definito: le idee non sono astrazioni, esistono proprio in quanto tali e a dispetto dell’assenza di forma sono quanto di più concreto possa insinuarsi in noi. Spingendo a nuovi pensieri e raffinando nuovi ragionamenti che, giovando sia a chi li proferisce sia a chi li recepisce, continueremo a riversare nell’Arengo.
Buon decennale, e grazie!