Stefano Fassina commenta su L’Arengo
La politica e l’amministrazione della città hanno le maggiori responsabilità dello scarso senso di comunità che, purtroppo, segna Roma. È un male antico, aggravato dalla decadenza delle classi dirigenti degli ultimi anni. Tuttavia, una quota di responsabilità spetta anche a ciascuno di noi, al singolo cittadino. Ora, è compito della politica e delle rappresentanze istituzionali dare il buon esempio per avviare la ricostruzione morale, economica e sociale di cui Roma ha disperatamente bisogno. Nel programma che stiamo preparando per il governo della Capitale, la priorità è la mobilità sostenibile. In termini del calcio, si potrebbe definire un 4-3-3: 4 passanti ferroviari, per connettere Roma con le principali aree della provincia (Fiumicino-Orte, Civitavecchia-Tivoli, Viterbo-Castelli, Civitacastellana-Nettuno-Formia); 3 linee metro (con il completamento della metro C e il prolungamento della metro B fino a Casal Monastero) e 3 linee di tram che attraversano la città. La “cura del ferro” è la condizione per pedonalizzare larga parte del centro storico e per sviluppare e rendere praticabili piste ciclabili. Il dimezzamento in 5 anni del numero di auto in circolazione a Roma sembra un sogno, ma può diventare realtà.