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Scritto da nel Arte e Spettacolo, Numero 124 - 1 Novembre 2015 | 0 commenti

Due mostre a Palazzo Ducale a Genova: “Dagli impressionisti a Picasso” e “Brassai, pour l’amour de Paris”

Due mostre a Palazzo Ducale a Genova: “Dagli impressionisti a Picasso” e “Brassai, pour l’amour de Paris”

A Genova per un interessante Convegno di Matematica, non ho potuto evitare, nelle pause dello stesso, di visitare due mostre nelle prestigiose sale di Palazzo Ducale e di fare un pasto dalla Maria (ravioli e cima) luogo mitico sul quale mi sono intrattenuto già tante volte in tutti i resoconti dei miei passaggi dal capoluogo ligure.

La prima (fino al 10 aprile 2016) è una mostra molto onesta: ripercorre esattamente il cammino dagli Impressionisti a Picasso con tele di autori di prestigio e si conclude con una sala di irriconoscibili Picasso (prima delle sue deformazioni delle figure) e solo UN quadro nel quale queste si manifestano (per evitare che al visitatore sorgesse il dubbio che si trattasse di una omonimia?)

La ricchezza della collezione di arte europea tra XIX e XX secolo è data dalla sua completezza e dalla molteplicità dei linguaggi: un dialogo che coinvolge Van Gogh, Matisse, Monet, Modigliani, Degas, Monet, Manet, Courbet, Otto Dix, Degas, Picasso (sia pure come ho detto quasi “in incognito”), Gauguin, Kandinsky, Cézanne, Renoir. Per la presenza di tutti i protagonisti, e per l’importanza delle opere, è possibile tracciare l’intera vicenda dell’arte europea dall’impressionismo alle avanguardie.

Le opere provengono dal Detroit Institute of Arts che essendo stato diretto a lungo da uno storico dell’arte tedesco ha potuto centrare il suo interesse sulla pittura europea.

Una descrizione dettagliata delle opere esposte si trova nel sito della mostra sotto indicato, ma io non posso non menzionare “Scene di caffè” a Parigi di Gervex: un immagine veramente viva e palpitante di quei tempi e “l’Allegra compagnia” di Duran che trasmette ancora oggi una grande allegria a chi lo guarda! Si tratta di due pittori che ho conosciuto per la prima volta in questa occasione e forse proprio per la loro novità sono quelli che mi hanno colpito molto di più di tutti gli altri super famosi e da me quindi conosciuti sopra citati.

Se poi volete vedere meglio ancora Parigi negli anni Trenta attraverso le fantastiche foto di Brassai non avete che da prendere l’ascensore e scendere dai piani nobili nel sottoporticato.

Vi assicuro che ne vale la pena e quindi sbrigatevi per questa entro il 24 gennaio! L’ascensore compie una staffetta ideale: come ho detto l’ultima sala della mostra di pittura è dedicata a Picasso, che nel 1932 impressionato dal lavoro di Brassaï gli affida il compito di fotografare la sua opera scultorea fino ad allora sconosciuta e che deve essere pubblicata nel primo numero di una nuova rivista d’arte: Le Minotaure. I due artisti scoprono di avere dei gusti in comune che hanno segnato il loro lavoro: le atmosfere sensuali delle Folies Bergères, e non è sorprendente per questi innamorati delle forme femminili, o quelle sempre misteriose delle feste delle fiere nelle quali regnano cartomanti e indovini. Tra tutti questi spettacoli, quello che attira maggiormente la loro attenzione è certamente il circo. Qui vi ritrovano la bellezza dei corpi umani e la virtuosità degli sforzi fisici, il dialogo tra la bestia e l’uomo, il senso dell’equilibrio e il gusto per il mistero. Scopritore infaticabile della Parigi notturna, Brassaï non è insensibile al fascino della capitale alla luce del giorno. Egli ci propone così una visione del tutto personale dei giardini del Luxembourg, una sedia abbandonata o un leone minaccioso sotto la neve, piccoli artigiani, – il gelataio, il venditore di palloncini, un fotografo ambulante, il giardiniere che raccoglie le foglie o le statue svestite.

Inutile sottolineare che i notturni di Parigi hanno avuto per me una suggestione assolutamente rimarchevole che giustificano la mia raccomandazione!

 

Per tutti i dettagli espositivi e le informazioni pratiche rimando come sempre ai siti Internet

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