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Scritto da nel Numero 123 - 1 Ottobre 2015, Scienza | 0 commenti

Senti chi parla

Senti chi parla

Chi non ama la matematica difficilmente potrà ricredersi osservando questa equazione,
N = R · fp · ne · fl · fi · fc · L
Si tratta della formula di Drake, ideata, negli anni 60 dello scorso secolo, dall’ astronomo che le ha dato il nome, per determinare quante sono le probabilità di identificare una forma di vita intelligente diversa da quella umana nell’ universo.
N  rappresenta è il numero di civiltà avanzate con le quali si potrebbe comunicare,
R  è il tasso medio di formazione di nuove stelle che, come il Sole,  non inibiscono la vita,
fp indica la frazione di stelle con sistemi planetari,
ne  rappresenta  il numero medio di pianeti in grado di ospitare forme di vita,
fl  è la frazione dei pianeti su cui si sviluppa la vita,
fi  indica il numero di pianeti nei quali si è evoluta vita intelligente,
fc rappresenta i pianeti in grado di sviluppare una civiltà avanzata che possa comunicare,
L  è la stima della durata media di una civiltà evoluta.
Questa relazione matematica è di natura puramente probabilistica perché la maggior parte dei valori che possono essere assegnati ai vari parametri sono solo teorici, non essendo verificabili per via sperimentale. Nonostante questi limiti, la formula è considerata dalla comunità scientifica un  buon punto di riferimento per una valutazione ragionevole sulla probabilità dell’ esistenza di civiltà evolute oltre il nostro sistema solare. Per non tediare i lettori ci limitiamo a esporre i risultati su stime ottimistiche, prudenti e pessimistiche. Dalle prime emerge che nell’ universo coabiterebbero circa 600.000 civiltà tecnologicamente avanzate, per i prudenti il numero scende a non più di 50, i pessimisti vedono una probabilità praticamente nulla.
Non appartiene a quest’ ultima compagine il finanziatore del concorso “Breakthrough Message”, il magnate di origine russa Yuri Milner. La competizione che ha organizzato, aperta a tutti, premia con un milione di dollari chi riuscirà a sviluppare un messaggio in grado di “essere rappresentativo dell’umanità e della Terra e al tempo stesso compreso da intelligenze aliene”.
Una ricca mercede per un’ impresa che non è uno scherzo. Quello di Breakthrough è l’ ultimo, in ordine di tempo, di vari tentativi per cercare un contatto con eventuali civiltà extraterrestri. Da qualche parte, nello spazio profondo oltre i confini del sistema solare, stanno navigando le sonde Pioneer 10 e 11, e Voyager 1 e 2. Sulle prime è fissata una placca con incisa una figura di uomo e donna e altri simboli, tra cui uno schema del sistema solare. Questa piastra fu realizzata da Linda Salzman, in collaborazione con l’ allora marito, l’ astronomo Carl Sagan e il Frank Drake autore dell’ equazione vista prima. Le due Voyager trasportano invece un disco d’ oro, anche questo ideato da Carl Sagan, che contiene immagini della struttura del Dna, di piante e animali terrestri, oltre ad istruzioni su come farlo suonare per ascoltare, ammesso che gli eventuali alieni abbiano orecchie,; suoni comuni del nostro pianeta, messaggi registrati in varie lingue e brani musicali di Bach, Mozart, Beethoven e Chuck Berry.
Del 1974 è il famoso messaggio radio inviato da Arecibo verso l’ ammasso di Ercole, distante 25.000 anni luce.
Più recenti sono altri progetti, come SETI, che scandagliano il cosmo tramite reti di radiotelescopi per captare eventuali segnali di vita.
Non resta che attendere gli sviluppi di Breakthrough, che, alla sua presentazione alla Royal Society, ha ricevuto il sostegno di un mito della cosmologia come Stephen Hawking con queste parole : “Siamo vivi. Siamo intelligenti. Dobbiamo sapere”.

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