Essere nonno oggi
Nel regno animale esistono molteplici relazioni parentali, ma una soltanto abbraccia più di due generazioni e riguarda esclusivamente la specie umana, gli animali infatti si fermano alla relazione genitori-figli. Questa speciale relazione si realizza allorquando l’uomo (inteso come distinzione della specie) diventa nonno, in seguito alla nascita di un figlio di suo figlio.
Molti eventi provocano nelle persone l’assunzione di nuovi ruoli, ma la nascita di un nipote è l’evento che rivoluziona i dinamismi relazionali dei vari componenti della struttura familiare. Con l’arrivo di un nipote si instaurano, infatti, rapporti trigenerazionali impregnati di forti implicazioni affettive, emotive e di comportamento. Così la “nonnità” porta, tra l’altro, con sé una ridefinizione di ruoli e funzioni.
Nel passato i nonni venivano identificati con <gli anziani> ed erano collocati nell’area scarsamente rilevante della “terza età”. I profondi cambiamenti, registrati recentemente all’interno della società e della famiglia, come hanno trasformato i rapporti tra genitori e figli, così hanno generato anche una nuova immagine del nonno. Oggi anziani e nonni sono considerati come due gruppi distinti e con caratteristiche diverse. Tra l’altro non tutti gli anziani sono nonni e non tutti i nonni sono anziani.
La figura del nonno oggi non è assimilabile all’immagine tradizionale del <nonno patriarca>, depositario dell’antica saggezza di matrice contadina. Verosimilmente Albert Einstein faceva riferimento a questa tipologia di “nonnità” quando ripeteva ai suoi studenti: “Non hai veramente capito qualcosa fino a quando non sei in grado di spiegarla a tua nonna”.
“Quello del nonno oggi è un ruolo emergente”. (Mario Gecchele) [1] Si fa strada, infatti, un movimento di riscoperta e di valorizzazione del ruolo dei nonni in quanto essi, ricchi di esperienze e di valori, sono in grado di offrire un valido apporto per lo sviluppo dell’identità personale dei giovani.
Il Parlamento italiano ha intercettato e interpretato questa evoluzione socio-culturale e con legge n. 187 del 12 agosto 2005 ha istituito <La festa nazionale dei nonni> per celebrare, il 2 ottobre di ogni anno, “l’importanza del ruolo svolto dai nonni all’interno delle famiglie e della società in generale”.
Nonni non si nasce ma si diventa. Il rapporto nonni-nipoti, infatti, è piuttosto complesso e variabile perché sono molti gli aspetti che influiscono sul modo di vivere la “nonnità”.
Durante la seconda metà del secolo scorso sono scomparse le grandi certezze e la società oggi è caratterizzata da una visione del mondo in cui domina la soddisfazione immediata dei bisogni a scapito dei doveri di solidarietà e di responsabilità. In questo nuovo contesto sociale “la saggezza” dei nonni assume particolare importanza per la crescita e la socializzazione dei bambini.
Il rapporto nonno-nipote è scevro delle ambiguità e dei disagi spesso presenti nelle relazioni tra adulti. Si può dire che nelle trame di questo rapporto vi è “amore senza Edipo” perché esso non si configura come legame unico ed esclusivo.
Lo stacco generazionale rende i nonni più disponibili e spesso anche complici con i nipoti. L’atteggiamento dei nonni si modula, rispetto a quello dei genitori, in forma meno rigida e più tollerante. Tra nonni e nipoti viene vissuto un rapporto libero, fine a se stesso, privo delle preoccupazioni educative proprie dei genitori. Questi, infatti, molto spesso sono ansiosi, mentre i nonni, grazie all’età e all’esperienza, riescono a stabilire un maggiore equilibrio relazionale. Questo equilibrio relazionale risulta molto importante: il bambino non cresce stressato e carico di fobie. Tuttavia il non avere responsabilità educative dirette non significa assenza di funzioni formative efficaci. I genitori devono dare regole e farle rispettare, i nonni, invece, esercitano in forma più rilassata un’efficace e specifica funzione formativa, privilegiando prevalentemente criteri e momenti ludici.
Tuttavia i nonni per recuperare e rafforzare il proprio ruolo educativo devono porsi in posizione di ascolto nei riguardi del bambino in crescita. Questo atteggiamento rispettoso è assolutamente indispensabile perché solo così saranno per i nipoti modelli esemplari e non semplici un custodi. E così la “nonnità” diventa occasione e fattore di crescita.
Nell’immaginario dei nipoti l’avo porta con sé esperienze magiche e memorie irripetibili, ricordi di un tempo lontano, squarci di luce e di avventure nell’orizzonte di mondi diversi e misteriosi. Tutto questo per il nipote assume i colori della fiaba che, come ogni fiaba, alimenta la curiosità e stimola la fantasia. Il nonno diventa così, per il bambino, anello di continuità tra il passato nascosto ed il futuro che lo aspetta.
Capovolgendo il predetto aforisma di Einstein, si potrebbe così enunciare: “Non hai veramente capito qualcosa fino a quando non sei in grado di spiegarla a tuo nipote”.
[1] NONNI E NIPOTI: UN RAPPORTO EDUCATIVO, 1993.