Così vicine, così lontane
Non è famoso come il padre Charles, ma anche George Darwin, quinto figlio del grande naturalista, fu un uomo di scienza. Astronomo presso l’ università di Cambridge, elaborò una suggestiva teoria sulla formazione della Luna.
Quello sull’ origine del nostro satellite è un mistero ancora irrisolto che tiene aperto da anni il dibattito fra gli astronomi. Sembra un paradosso, ma del corpo celeste più vicino a noi, l’ unico sul quale si sia posato il piede dell’ uomo, sappiamo ancora molto poco sulla sua origine.
Secondo la teoria elaborata da George Darwin la Luna sarebbe figlia del nostro pianeta. Nella sua infanzia la Terra ruotava molto più velocemente di adesso, una condizione che la rendeva piuttosto instabile, favorendo la fuga di materia che si sarebbe poi aggregata a formare il nostro satellite. Darwin era convinto che gli abissi dell’ oceano pacifico fossero la cicatrice della ferita inferta alla Terra al momento del distacco.
Una teoria suggestiva, ma smentita dallo studio geologico dei fondali oceanici che ha dimostrato come l’ origine della fossa pacifica sia la deriva dei continenti. Un altro colpo al buon Darwin è arrivato dall’ analisi della composizione chimica lunare, che è troppo diversa da quella terrestre per poter attribuire al nostro pianeta la maternità del suo satellite.
La Luna infatti è più simile a Mercurio, oltre a condividerne l’ aspetto butterato dai crateri non ha acqua o altri elementi volatili e, al contrario della Terra, è priva di un nucleo metallico.
Un’ altra teoria che ha strizzato l’ occhio ai rapporti famigliari considerava Terra e Luna sorelle, nate da un unico embrione di corpo celeste. Ma anche in questo caso la ricerca di una radice comune si scontra con le differenti composizioni dei due corpi.
Abbandonata la via della parentela diretta qualcuno ha cercato quella acquisita ipotizzando che il nostro satellite si sia formato in un altro angolo del sistema solare prima di essere attratto dalla Terra. Anche in questo caso niente da fare, nel caso provenisse da lontano, la Luna per essere catturata dal nostro pianeta avrebbe dovuto perdere moltissima energia, altrimenti lo avrebbe solo sfiorato allontanandosi di nuovo.
Insomma risposte definitive sull’ origine della nostra compagna di viaggio non ce ne sono, anche se oggi gode di abbastanza credito quella che alcuni astronomi hanno definito la teoria della sberla. Qualche miliardo di anni fa la giovane Terra avrebbe avuto un catastrofico impatto con un corpo celeste grande quanto Marte, fra poco si capirà l’ importanza di queste dimensioni. Un’ immane bocciata, per quanto abbastanza frequente nella turbolenta adolescenza del sistema solare. dalla quale sarebbe nata la Luna. Perché il nostro satellite vedesse la luce, Il corpo proiettile, battezzato Theia dagli astronomi, doveva essere delle giusta misura. Se troppo grande avrebbe distrutto completamente la Terra, se troppo piccolo, l’ impatto non avrebbe avuto l’ energia sufficiente per generare il satellite.