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Scritto da nel Internazionale, Numero 108 - 1 Aprile 2014 | 0 commenti

Elezioni Europee: vincera l’Euroscetticismo?

Elezioni Europee: vincera l’Euroscetticismo?

Le elezioni europee del prossimo 25 maggio potrebbero trasformarsi in un referendum pro o contro l’euro.

La crisi economica che attanaglia i Paesi più a sud dell’eurozona e lo scetticismo di alcune formazioni politiche dei paesi più a nord potrebbereo trasformare le prossime europee in una vera e propria contesa Euro SI – Euro NO con i partiti classici preoccupati a fermare l’emoraggia di voti vero le formazioni euroscettiche o ti stampo più marcatamente propagandistico.

La vittoria di Marie Le Pen alle comunali francesi ha fatto drizzare le antenne a molti leader a cominciare ovviamente da Hollande, lo stesso Renzi non ha nascosto preoccupazioni sul nuovo vento che soffia sull’Europa.

Girando virtualmente per l’Europa, come abbiamo avuto modo di scrivere già in passato, troviamo in ogni Paese una formazione che fa dell’antieuropeismo uno dei punti cardini della propria azione politica.

In Grecia dopo 20 anni “Alba Dorata” è entrata in parlamento con circa il 7% dei voti, partito di estrema destra con un programma che prende dritto alla pancia e raccoglie la rabbia dei greci sopraffatti dalla crisi: espulsione degli immigrati, lotta alla corruzione e al crimine, la Troika il simbolo dei burocrati di Bruxelles che avrebbero affamato il popolo greco.

In Francia la leader assoluta in questo momento è Marine Le Pen, figlia d’arte, avvocato, alla guida del partito dal 2011, il Front National alle ultime elezioni presidenziali con il 17% dei consensi ha raggiunto il miglior risultato di sempre, mai raggiunto nemmeno con  Jean Marie Le Pen, papà di Marine.

Anche qui la campagna è basata contro l’euro e l’Europa, però a differenza della Grecia, Le Pen ha raccolto un voto di protesta trasversale riuscendo nell’intento di trasmettere il messaggio che Front National non è necessariamente destra, ma partito del popolo infatti partiti ben più moderati, come ad esempio i Modem e i Verdi, hanno perso molti voti che si sono spostati nel Front National.

In Olanda invece dopo l’euroscetticismo funziona al contrario, molti vorrebbero l’uscita dall’euro perchè stanchi di “lavoare anche per chi non fa nulla”, esplicito riferimento ai paesi al sud dell’Europa. Uno slogan ormai diventato comune in molte aree dei paesi nordici.

In Olanda Geer Wilders è leader del partito populista di destra Partij voor den Vrijhed,  il suo obiettivo è uscire dall’euro.

In Italia il Movimento 5 Stelle è atteso ad una prova di fuoco, la prima alle europee in cui confermare il consenso avuto alle elezioni politiche del 2013.

Secondo recenti sondaggi il Movimento capeggiato dal duo Casaleggio&Grillo che sfiorebbe il 29% dei consensi superando in maniera clamorosa Forza Italia che con Berlusconi fuori dai giochi, vive una faida interna tra le sue anime che lo compongono.

E’ interessante notare come in Germania il Partito dei Pirati, simile al M5S ma strutturato in maniera diversa, sia sceso nei consensi mentre in Italia stando ai sondaggi cresce.

Che sia merito o demerito dell’azione dei partiti classici la crescita o decrescita di consenso di quelle formazioni politiche definite “popolusite”?!

Il fronte degli euroscettici in Italia non sarà guidato solo da Grillo ma sarà affiancato anche dalla Lega Nord e da formazioni minori del centrodestra.

La Lega di lotta e di Governo, con il neo segretario Salvini cerca di riscoprire le proprie origini con una politica interna basata sul tema delle autonomie, come il referendum sull’indipenda del Veneto che vorrebbero proporre anche in Lombardia, mentre all’esterno si colloca sulla linea di Marie Le Pen, fuoriuscita dall’euro e lotta serrata all’immigrazione clandestina.

Posizione su cui si collocano anche formazioni politiche come La Destra o Fratelli d’Italia in cerca di un posto al sole nella galassia dei partiti si confronteranno il prossimo 25 maggio.

La crisi gonfia le vele della crisi ed i partiti potranno rispondere in maniera concreta dopo aver chiesto il voto agli elettori, mettendo in campo politiche nuove che si basino sulla crescita e la ripresa economica e non solo sui vincoli di bilancio, sul fiscal comact e il mito dell’austerità che ha caratterizzato gli ultimi anni della politica economica dettata da Bruxelles.

L’euroscetticismo non potrà essere combattuto semplicemente ricordando tutte le cose utili dell’Europa minimizzando invece le cose negative, come i maxi costi nella gestione dell’”Apparato Europa” o la mancanza di una vera politica unitaria in cui i Paesi membri non si trovino a speculare l’uno sull’altro. Nel 2011 la Deutsche Bank ha venduto 7 miliardi di titoli italiani sugli 8 complessivi detenuti nel proprio portafoglio.

L’Unione Europea deve ripartire dall’unione dei popoli e cancellare l’immagine di Unione delle banche, sostenuta ovviamente da politiche di sviluppo.

Solo così la Politica europea potrà consegnare un futuro di speranza a milioni di nuove generazioni, quella speranza coltivata prima dell’unione monetaria del 2001 e che oggi sembra svanita sotto le macerie di una crisi economica che per molti appare ancora senza una via d’uscita.

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