Un appuntamento atteso
Dopo che il 2013 si è chiuso con la delusione per l’ amaro destino della cometa Ison, squagliata, è proprio il caso di dirlo, come neve al sole durante il passaggio ravvicinato nei pressi della nostra stella, il 2014 potrebbe riservare una bella rivincita con la missione Rosetta.
Iniziata nel 2004, con il lancio della sonda che porta il nome della famosa stele conservata al British Museum, la missione dell’ ESA, l’ ente spaziale europeo ha come obiettivo un incontro molto ravvicinato con la cometa 67P/Churyumov- Gerasimenko. Il prossimo agosto dalla sonda madre verrà sganciato il lander Philae, il primo veicolo spaziale della storia destinato ad atterrare sul nucleo di una cometa. Un’ impresa mai tentata prima che, se tutto andrà bene, sarà una pietra miliare nello studio sulle origini del Sistema solare e della vita sul nostro pianeta.
Il cuore di questi corpi celesti non è la chioma che le ha rese famose e che si forma solo in prossimità della nostra stella grazie all’ energia solare che sublima il ghiaccio e gli altri componenti volatili facendoli passare dallo stato solido a quello gassoso, ma una poco spettacolare palla di neve sporca agglomerata con rocce e altro materiale cosmico, di dimensioni molto variabili, quello della 67P/Churyumov- Gerasimenko misura circa tre chilometri per cinque.
Rosetta, che ha a bordo molta tecnologia italiana, è giunta nei pressi di Giove nel 2011 e da allora è stata tenuta in stand-by, per risparmiare energia, in attesa dell’ appuntamento con la cometa che in quel punto lontano dal sole si presenterà senza chioma.
Lo scorso 20 gennaio è stata data la sveglia alla sonda che, dopo aver completato le delicate operazioni di riassetto, inizierà ad allinearsi con il corpo celeste.
Il fatidico incontro è previsto per agosto. Orbitando intorno alla cometa, Rosetta dovrà azzeccare il momento migliore per sparare il lander verso il nucleo. Per non rimbalzare come una pallina, la gravità è bassissima, Philae è dotato di arpioni che gli permetteranno di aggrapparsi saldamente alla superficie rocciosa e iniziare le sue analisi, compresa la trivellazione del suolo cometario fino a venti centimetri di profondità.
Una missione senza precedenti che ricorda un altro grande traguardo raggiunto dall’ ESA, quando nel 1986 era riuscita con la sonda Giotto a studiare in dettaglio il nucleo della cometa di Halley (un oggetto roccioso molto scuro a forma di patata grande come l’ isola di Manhattan).
Una curiosità per concludere. La missione di allora portava il nome del grande pittore che nella cappella degli Scrovegni di Padova dipinse una cometa straordinariamente simile alle fotografie di Halley riprese sei secoli dopo. Un omaggio a un artista geniale. I nomi scelti questa volta per la sonda e il lander che studieranno la 67P/Churyumov- Gerasimenko sono invece propiziatori per quanto si spera di scoprire: Rosetta e Philae derivano dalla stele e dall’obelisco che permisero di decifrare i geroglifici egizi.