Medioriente, la sfida di Obama: alleanza con l’Iran per sconfiggere Al Qaeda
Barack Obama vive uno dei momenti cruciali della sua amministrazione e ciò non riguarda soltanto l’economia e la politica interna perchè sulla questione mediorientale ci sono scelte importanti da compiere. L’apertura di John al grande nemico iraniano sulla questione Siria apre nuovi scenari.
Obama ha scelto di congelare la storica alleanza strategica con l’Arabia Saudita per abbracciare la strada del dialogo e di una nuova tattica che prevede l’apertura all’Iran contro la trasversale minaccia di Al Qaeda. La primavera araba non sta dando i risultati sperati in quel processo di democratizzazione dei paesi arabi, in Egitto si è registrato un vero e proprio fallimento, in Siria sono morti migliaia di civili e in Iraq e Libano la stabilità politica e sociale è appesa ad un filo. Secondo gli esperti di politica internazionalie questi Paesi potrebbero diventare campi di addestramento per gli eredi di Osama Bin Laden. La strategia dell’amministrazione americana è quella di fare leva sull’influenza dell’Iran per cercare la stabilità del mondo arabo.
A testimonianza di ciò il governo di Teheran si è unito a quello di Washington per offrire supporto militare al governo iracheno alle prese con una rivolta in una parte del paese controllata per metà da al Qaeda. Il nuovo presidente iraniano Hassan Rohani, viene descritto come un uomo pragmatico e secondo molti quella dell’Iran potrebbe essere una strategia per tenere tranquillo l’occidente in vista dei veri negoziati sul nucleare.
Aziz Shahmohammadi, ex consulente del Consiglio per la sicurezza nazionale iraniano, ammette invece sulla stampa che ci sono interessi in comune con gli Stati Uniti: “Nessun paese può avere un nemico in eterno, né noi né gli Stati Uniti”.Un giornalista iraniano riformista, Mashallah Shamsolvaezin, ricorda che nel 2001 i servizi segreti iraniani passarono informazioni alle forze speciali americane impegnate contro i talebani afghani.In tutto ciò resta delicato il rapporto con Israele, che non ha congelato le colonie nei territori occupati come richiesto dal presidente americano.
Una sfida difficile quella di Obama: l’obiettivo è sempre quello della pace in Medioriente, come promesso all’inizio del suo ingresso alla Casa Bianca.