La ragazza con l’orecchino di perla: aperte le vendite dei biglietti
Una valanga di visitatori sta per abbattersi sulla città di Bologna: il giorno 8 febbraio 2014 (fino al 25 maggio) si aprirà la mostra incentrata sul capolavoro di Wermeer. “La ragazza con l’orecchino di perla”.
Pochi altri titoli al mondo evocano, come questo, il senso di una immediata riconoscibilità, di una conoscenza acquisita, di una bellezza suprema e misteriosa. Il riferimento istantaneo, per tutti, a un’immagine. Il romanzo e il film, di enorme successo mondiale, che le sono stati dedicati, hanno di recente aggiunto a tutto ciò un grado ulteriore di notorietà planetaria. Assieme alla Gioconda a Parigi e all’Urlo a Oslo, si tratta di uno dei quadri più conosciuti nel mondo.
Conservato a L’Aia nel Mauritshuis essendo il museo chiuso per importanti lavori di restauro e ampliamento, che ne vedranno la riapertura al principio dell’estate 2014, ha approfittato della insperata vacanza e preso le vie del mondo verso il Giappone (Tokyo, Kobe) e gli Stati Uniti (San Francisco, Atlanta, New York) e sulla via del rientro a casa ha deciso una sosta, unica in Europa, nella nostra città.
Non potendo ancora visitarla riprendo dalla presentazione del sito www.lineadombra.it due parole sulla mostra. A Bologna non ci sarà l’identica esposizione svolta nelle altre sedi museali giapponesi e americane, è stato selezionato un gruppo di opere più alto nel numero – saranno quaranta quelle “bolognesi” – e di qualità affermata eccelsa. A raccontare non solo l’evento legato alla presenza della Ragazza con l’orecchino di perla, ma anche l’intero secolo XVII in Olanda, la cosiddetta Golden Age, come recita il sottotitolo. Ulteriore, imperdibile occasione per vedere a confronto con Vermeer (presente con un secondo, grande dipinto, Diana e le sue ninfe) anche Rembrandt, compreso addirittura con quattro meravigliosi quadri. Ma poi, da Hals a Ter Borch, da Claesz a Van Goyen, da Van Honthorst a Hobbema, da Van Ruisdael a Steen, l’intero secolo sarà ripercorso attraverso i capolavori del Mauritshuis. In una sorta di unicum che renderà la mostra a Bologna parzialmente diversa da quelle che l’hanno preceduta in Giappone e negli Stati Uniti.
Le prenotazioni sono già aperte, col tono di “affrettatevi se non volete restare fuori” in quanto gli spazi di Palazzo Fava non sono infiniti.
E quando finalmente si aprirà non mancherò a marzo di condividere con i lettori dell’Arengo del viaggiatore le mie impressioni dal vivo.