Politica a fumetti
Dopo anni di acerrimi scontri epici, ove il libro nero del comunismo si è eretto a difensore mentre i fascicoli delle procure tentavano l’assalto al Palazzo d’Inverno, il susseguirsi delle generazioni sta trasfigurando il pathos della guerra civile politica strisciante in uno scontro a fumetti: solo i supereroi ci possono salvare.
Come brillantemente suggerito dal sempre acuto Massimik, vecchio lupo che perde il pelo ma non il vizio, considerando il trend degli ultimi anni è molto probabile che Superman in persona si stia iscrivendo ad un circolo del PD. Potrebbe essere solo lui a fermare l’onda lunga del supereroe del momento, Renzone Matteone, che fischiettando bel bello si appresta a saltare sulla cabrio decapottabile del PD: mentre camminava tra le vie della sua città, la sua fortuna lo ha portato infatti a rintracciare la chiave dell’auto del PD, che i dirigenti del Partitone Democratico avevano portato in officina. Il giovanottone, invece, grazie all’ultima app del telefono e al suo superpotere con cui riesce a twittare alla velocità della luce ha lanciato una super ruota della fortuna con i suoi milioni di amici online: l’8 dicembre ricchi premi e cotillon per tutti!
Contro di lui SuperPippo Civati e Giannino Cuperlino, sfortunato eroe, che dopo aver chiuso la Federazione giovanile comunista italiana si è ibernato e rimane ancora oggi un giovane, sicuramente secondo gli standard dei comunisti cinesi e dei presidenti americani, entrambi giovanissimi all’alba dei 50.
Dall’altra parte del ring, non si scherza. Per scalzare il trono dello Zione Berluscone si sono scomodati dalla Base lunare e gli alfaniani stanno cercando di impossessarsi dei terrestri: hanno cominciato dai ministeri, luoghi notoriamente adatti ad incubare forme di intelligenza aliena. Lo Zione non ci sta e ha scatenato in giro per tutto il pianeta la caccia al documento segreto in grado di scagionarlo dalle accuse che vogliono distruggere il suo amato decino: l’alleanza contro di lui di Basettoni e Amelia sembra avere la meglio, ma il commissario Basettoni è accusato di incompetenza di giurisdizione visto che dovrebbe limitarsi a cacciare i ladri di Topolinia. Nel frattempo i rotocalchi fanno soldi a palate sfornando i dettagli del lieto fine delle pulsioni erotiche di Brigitta nelle segrete stanze del deposito.
Mente la macchina del PD è ancora ai box e la navicella spaziale degli alfaniani vacilla, l’Italia va avanti sullo scuolabus condotto da Enrico Pico Letta, il solito noioso primo della classe, sotto l’occhio attento del maestro Giorgio Ben Kenapolitano, che seduto sul primo sedile davanti tiene tra le mani il microfono come una spada laser con cui cerca di tenere a bada i discoli, che nei sedili dietro mettono in scena la solita carnevalesca mascherata tra urla e strepiti. La polizia stradale europea è in agguato dietro la curva e mentre i bimbi crescono e vogliono sgommare via sulle navicelle spaziali e sulle macchine alla moda, il Maestro li costringe ancora tutti al loro posto sul mezzo pubblico.
I ragazzi chiedono la sosta all’Autogrill, ma la strada è ancora lunga e non ci si può fermare proprio adesso che il pullman è appena partito: verrà l’ora della merenda per tutti e un nuovo ventennio di Wacky Race potrà cominciare.