Rischi e opportunità dallo spazio
Il cielo non ci cadrà sulla testa come temevano i Galli, ma qualche sasso in grado di far male potrebbe essere in agguato, come dimostra lo sciame meteorico che ha investito lo scorso febbraio la città russa di Chelyabinsk. Un evento che ha fatto alzare il livello di attenzione della comunità scientifica verso le minacce che possono provenire da questi corpi celesti. Come dire meglio essere prudenti, anche se statisticamente il rischio per un essere umano di venire colpito da un oggetto celeste è diversi milioni di volte inferiore a quello di rimanere vittima di un incidente stradale. La NASA, oltre all’ invito alla preghiera come sistema di prevenzione suggerito durante un’ audizione al Congresso USA dal suo direttore, ha imboccato anche una strada più pragmatica promuovendo l’ Asteroid Grand Challenge. L’ iniziativa, lanciata lo scorso giugno, punta a coinvolgere partner privati, aziende o singoli cittadini, nell’ elaborazione di un progetto condiviso per individuare, tracciare ed eventualmente eliminare gli asteroidi potenzialmente pericolosi per il nostro pianeta. Un’ apertura storica quella dell’ ente spaziale americano, come ha spiegato Mason Peck, chief technology dell’agenzia ” Al contrario delle tradizionali missioni della Nasa, di esplorazione e dai fini scientifici, questa competizione è fondata sull’idea che proteggere il nostro pianeta sia un tema più grande di qualsiasi altro programma, missione o Paese “. Last but not least, il progetto, oltre alla salvaguardia del pianeta, punta anche ai potenziali business che potrebbero derivare dalla cattura di piccoli corpi celesti.
Come riuscire a utilizzare le risorse del cosmo è un tema oggetto di studio da decenni, che finora si era arenato contro lo scoglio della mancanza di tecnologie adeguate. Il mare cosmico si presenta infatti piuttosto pescoso, nella fascia degli asteroidi compresa fra Marte e Giove si stima ci siano almeno un milione di oggetti con diametro superiore al chilometro, ma quelli di dimensioni inferiori sono molti di più. La NASA ha fatto studi avanzati in proposito e avrebbe già individuato tre asteroidi, del diametro di una decina di metri, adatti allo scopo. In un futuro non troppo lontano, si parla del 2025, gli oggetti celesti verrebbero indirizzati verso la Luna, tramite una sonda robotica. Una volta entrati nell’ orbita del nostro satellite non sarebbe troppo complicato abbordarli con una squadra di astronauti per studiarli a fondo. A quel punto passare all’ utilizzo delle loro risorse il passo potrebbe essere piuttosto breve. Un progetto ambizioso, ma dal costo di svariati miliardi di dollari, motivo per cui, in un periodo di vacche magre per il bilancio dell’ ente di ricerca americano, la partnership con investitori privati presenta innegabili vantaggi. Le analisi sui frammenti di meteoriti piovuti sul nostro pianeta hanno rilevato la presenza di alte percentuali di ferro, nickel e iridio, oltre a silicati, acqua e alcuni composti organici. Si può proprio parlare di potenziali miniere a cielo aperto, anche se l’ oro, il platino, o addirittura i diamanti favoleggiati da qualcuno non sono ancora stati trovati. Ma lo spazio è grande….