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Scritto da nel Numero 103 - 1 Ottobre 2013, Politica | 0 commenti

It’s democracy, stupid: dal compromesso storico alle larghe intese

It’s democracy, stupid: dal compromesso storico alle larghe intese

Nel panorama dell’opinione pubblica si aggirano spettri sotto forma di domande a cui nessuno sembra rispondere. Dopo aver risolto quella dei 101 franchi tiratori (http://www.larengodelviaggiatore.info/2013/05/confessioni-di-un-franco-tiratore/), oggi ne vogliamo esaminare un’altra, tipicamente rivolta al PD: perché state al governo con Berlusconi che è un delinquente condannato?

Cominciamo dall’inizio, affinché i nostri giovani lettori possano trovare gli spunti per capire che cosa significa vivere e governare in un sistema democratico.

La nostra Repubblica italiana è sorta sulle macerie di una guerra. In quella seconda guerra mondiale hanno combattuto dalla stessa parte i protagonisti della successiva Guerra fredda e anche in Italia, i comunisti si sono accordati con il Re traditore, quello scappato da Roma a Brindisi, per condurre le azioni nell’interesse nazionale. Di quella scelta si va ancora fieri, aver saputo accantonare le differenze per un interesse superiore, aver perseguito il proprio obiettivo rendendo possibili alcune convergenze operative.

Negli anni ’70 i rivali sono il Partito comunista e la Democrazia cristiana, separati dalla cortina di ferro.  Enrico Berlinguer, segretario del PCI, a seguito del golpe cileno, si rende conto che occorre un compromesso tra le forze democratiche per preservare la nostra democrazia. Si accorda dunque con la Democrazia cristiana e qualche anno dopo ne sosterrà il Governo, rivendicandone con passione da allora e per sempre le ragioni fondative. Berlinguer, a differenza dei suoi futuri ragazzini, si muoveva politicamente con degli obiettivi ben definiti, collocati in un percorso storico, in nome del quale era in grado di scendere in battaglia e di relazionarsi con l’opinione pubblica. Il paradosso è che chi oggi usa Berlinguer come icona pop della sinistra trendy e politicamente corretta, quella di superiore moralità, dimentica che fu proprio lui a votare il GOVERNO ANDREOTTI MONOCOLORE DC, la peggior fucina di delinquenti secondo il trendy di oggi. A differenza di oggi, dunque, pilatesco tempo d’ignavia, sta “solo” il fatto che i valori forti dell’epoca ci mostrano le ragioni per cui ancora oggi si difende quell’esperienza, che si concluse normalmente col volgere degli eventi democratici.

Il sostegno del medesimo Governo, in democrazia, è la strada maestra della reciproca legittimazione democratica, così come nel 1945-47 stette alla base per una normalizzazione dei rapporti politici all’interno del popolo italiano: oggi invece si avversa il Governo Letta perché si avversa l’idea che un elettore possa liberamente farsi rappresentare in Parlamento da chi ha commesso reati penali. La nostra Repubblica è nata con un’amnistia di Togliatti verso i fascisti, con il deposito sottoterra di arsenali militari: abbiamo una Repubblica perché la politica non si è fermata ai fatti personali e ai relativi strascichi. Crediamo di essere nel  2000 e invece stiamo tornando indietro nel tempo.

Oggi, la sfida è tra chi difende una democrazia con i partiti e chi questi partiti vuole abbattere pur senza indicare l’alternativa di uno sviluppo per il Paese, tra chi pur non sapendo che fare ritiene di rimanere agganciato all’Europa e chi invece vede nell’Europa il problema, mentre gli obiettivi della legittimazione reciproca sono arretrati grazie a chi combatte ancora i comunisti,  a chi sventola atti giudiziari come armi politiche e a chi vigliaccamente ricorda la propria storia solo quando è facile e si costringe ad operare muto senza collegare le braccia al cervello. I segni sull’opinione pubblica di oggi e sulla formazione delle nuove generazioni saranno così al di fuori del controllo della ragione e schiavi di un’autoformazione su facebook al di fuori della storia politica del nostro  Paese.

L’evento Berlusconi è stata la pietra tombale sulla mia tanto cara Repubblica dei Partiti nati dalla Resistenza,  ma è altrettanto chiaro che le responsabilità del trapasso stanno in tutti coloro che non hanno saputo innovare per difenderla. Per questo motivo raccogliere quelle briciole e infornare nuovo pane è compito di tutta la classe politica che si ritiene tale, è compito onorevole (ONOREVOLE!) da condurre a testa alta, al di là dei fatti personali e penali di ognuno, portando a questo tentativo il meglio della propria cultura. E’ il dovere di una classe dirigente. It’s democracy, stupid.

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