Rien ne va plus: le elezioni nel Principato
I sudditi di Alberto II di Monaco sono stati chiamati lo scorso 10 Febbraio a eleggere il Consiglio Nazionale, parlamento monocamerale del Principato che conta 24 seggi. In contrapposizione 72 candidati e tre liste: l’Union Monegasque (maggioranza uscente di Centro), l’Horizon Monaco (Centro-Destra) e Reinassence (lista dei dipendenti pubblici). La partecipazione al voto di 5mila monegaschi (il 74,5% degli aventi diritto al voto) è stata agevolata da autobus e parcheggi gratuiti per raggiungere l’unico seggio a disposizione.
Prima di analizzare i risultati è bene fare un passo indietro illustrando il non semplice sistema elettorale adottato.
Il Parlamento monegasco, organo con il compito di consigliare il Ministro di Stato che esercita il potere esecutivo per conto del Principe, prende forma attraverso una legge elettorale più perversa di quella irlandese e australiana messe insieme: maggioritario (16 membri) corretto in senso proporzionale con sbarramento al 5% e la possibilità di cancellare dei nomi di candidati dalla lista votata sostituendoli con quelli di altre liste (il cosiddetto “panachage”).
Risultati: gli elettori hanno premiato l’Horizon Monaco con 20 rappresentanti eletti (50,3%); a seguire l’Union Monegasque (39% e 3 eletti) e Reinassance (10,7% e 1 eletto).
Una clamorosa sconfitta per la maggioranza uscente dell’Union, particolarmente attenta a tematiche sociali e alle problematiche legate alla tutela dei diritti dei lavoratori frontalieri, grande risorsa del Principato (4-5mila Italiani e 35mila Francesi).
Complice la crisi economica mondiale, nonostante la solidità del Principato, le istanze portate avanti dall’Horizon hanno sedotto gli elettori con la promessa di un rilancio economico e finanziario attraverso deregolamentazioni. Il trionfo del partito di Centro-Destra è stato agevolato dall’indispensabile sostegno di potenti lobbisti: gruppi finanziari e costruttori. Reinassence, formazione anomala ribattezzata “partito dei croupier” poiché espressione esclusiva degli interessi della Societè des Bains de Mer (dipendenti pubblici), una delle più potenti lobby del principato, non è riuscita a sfondare. Per i croupier, per la prima volta con un seggio in assemblea, è comunque un grande successo avendo così l’opportunità di influenzare direttamente la SBM con l’obiettivo di tutelare gli elevati stipendi… e in uno degli stati più piccoli al mondo che fonda la propria ricchezza su gioco d’azzardo e casinò, un seggio non è poco.