Filastrocca per l’Arengo, con le votazioni svengo
Filastrocca per l’Arengo,
con le votazioni svengo:
Berlusconi va in quel posto
ma il grillismo m’ha indisposto.
Non che stia poi col PD,
che è di destra da quel dì,
ma in qualcosa in più, lo ammetto,
mi auguravo dal mio eletto.
Per vent’anni il cavaliere,
e ora guarda che ci tocca:
un giullare di mestiere
con la testa un poco tocca
che urla e sbiascia «Tutti a casa!»
come un tempo fece il duce;
ma il Paese non si sfasa
se anche uno lo seduce.
Nel frattempo, quatto quatto,
candidato poco adatto,
cerca accordi il buon Bersani
ma si trova con le mani
non in pasta, ma legate:
già lui spera che sia estate,
bersagliato – e in paranoia –
da Maroni fino a Ingroia.
Ci vedesse un partigiano
da una nuvola su in cielo!
Che figura, ‘sto baccano,
con chi combatteva al gelo!
Come fare? Che reazione
va prevista per lasciare
inquietudine e apprensione
e decidersi a cambiare?
Basta scegliere i valori
che su carta stanno scritti,
resistenti al tempo e ai guitti,
agli eccessi e agli squallori:
la Costituzione chiede
chiaro e tondo tutti i giorni
di piantarla con gli scorni:
ci rimette chi non vede,
chi non può e chi già soffre,
mentre quello che è essenziale
– dato che chi ha non offre –
è giustizia, sì, sociale.
È per questo che dichiaro
nell’époque di desistenza:
orientiamoci al gran faro,
ora e sempre, Resistenza.