NanoGagliato: rassegna di nanotecnologie in un borgo di Calabria
C'è Robert Grossman, il medico che da giovanissimo ebbe il delicatissimo compito di tentare di salvare la vita a John Fitzgerald Kennedy il 22 novembre 1963. C'è Osama Gaber, uno dei massimi esperti mondiali nel campo dei trapianti di organi, che sogna di debellare il diabete. C'è Barbara Bass, uno dei chirurghi più importante degli Stati Uniti, essendo stata Presidente dell'Ordine americano dei chirurghi. Ci sono Tony Hu ed Ennio Tasciotti, giovani scienziati ma già affermati in uno dei centri di ricerca più importanti al mondo. E c'è soprattutto Mauro Ferrari, Presidente e Amministratore delegato del Methodist Hospital Reaserch Insitute di Houston (Texas), una struttura che già rappresenta il futuro della ricerca medica. E poi tanti altri ricercatori, professori, medici ed imprenditori provenienti da diversi angoli del globo, tutti riuniti a Gagliato, un paesino incastonato tra mare e montagna calabresi che conta poco più di cinquecento abitanti.
Tale concentrazione di celebrità in un borgo in cui solo di recente è stata installata una linea internet veloce e nel quale è arduo trovare punti in cui la copertura di rete mobile è sufficiente a sostenere una telefonata, è resa possibile da “NanoGagliato”, festival dedicato alla nanotecnologia che ospita i migliori scienziati al mondo del settore. Giunta alla quinta edizione e coordinata da Paola Ferrari, compagna di Mauro, la rassegna ha dato vita ad una splendida realtà che vede come protagonisti in primo luogo i cittadini di questo borgo, che per una settimana all'anno si mettono a disposizione dell'Accademia delle nanoscienze di Gagliato in modo tale che il festival riesca nel migliore dei modi. Gli ospiti, giunti nell'entroterra calabrese da molto lontano, pernottano in case sfitte o di proprietà di emigranti in pieno centro storico. Dalla piazzetta panoramica, a 450 metri d'altitudine, ci si specchia nel Mar Ionio.
Il fenomeno dello spopolamento è oltremodo diffuso nella Calabria interna. Le cittadine costiere si sono sviluppate solo di recente, allorquando gli abitanti hanno abbandonato gli antichi borghi arroccati su colline e montagne per risiedere più comodamente al mare ovvero per emigrare lasciando il sud definitivamente. Conseguenza di ciò sono migliaia di case abbandonate, centri storici deserti ed economia mortificata. Da diversi anni tale fattispecie negativa è stata trasformata, in alcuni paesi, in opportunità sia per il turismo sia per la solidarietà: basti pensare ai casi di Riace e Badolato, dove le case prima abbandonate ora ospitano comunità di immigrati extracomunitari che hanno avviato attività resuscitando le vecchie botteghe artigianali, dando così forma a ideal tipo di integrazione sociale.
NanoGagliato, festival giunto alla quinta edizione, rappresenta lo spirito costruttivo e creativo che dovrebbe animare i cittadini dei tantissimi piccoli centri, apparentemente insignificanti, dell'entroterra meridionale. Accanto alle sessioni di studio tra gli scienziati presenti che, rigorosamente in inglese, fanno il punto della situazione nei rispettivi campi di ricerca, una serie di eventi paralleli ravvivano il paesino per una settimana all'anno: mostre d'arte, serate in piazza, concerti, banchetti, spazio dedicati ai più piccoli. E poi ancora borse di studio agli studenti più meritevoli, appuntamenti all'alba e la Ferrari F1 del 2006 guidata da Schumacher esposta in piazza per gentile offerta a NanoGagliato da parte di Stefano Domenicali, dirigente della scuderia di Maranello.
Nella serata principale del festival, tutti gli ospiti di NanoGagliato si presentano al pubblico, raccontando brevemente la loro storia e quella della loro famiglia, descrivendo il loro lavoro senza tralasciare divertenti aneddoti e simpatiche gag con il pubblico. Per in secondo anno consecutivo è stato presente alla manifestazione anche il poliedrico giornalista radiotelevisivo Michele Cucuzza, che ha scritto un libro (“Il male curabile”) proprio sul lavoro di ricerca negli Stati Uniti svolto quotidianamente da Mauro Ferrari con un unico obiettivo: sconfiggere il cancro grazie alla nanotecnologia.
Il Methodist Hospital Reaserch Insitute di Houston, da cui provengono la maggior parte degli scienziati di NanoGagliato, è un centro grande 440 mila metri quadri distribuiti su 12 piani in cui vi lavorano 1200 tra medici, ricercatori e tecnici. Tale struttura fa a sua volta parte del Texal Medical Center della città texana, il più importante presidio sanitario degli Stati Uniti (45 grattacieli che accolgono cliniche, ospedali, laboratori di ricerca e scuole di medicina) in cui lavorano 200 mila medici che curano 6 milioni di pazienti l'anno.
«Ogni anno ricevo una marea di richieste da parte di miei colleghi per partecipare a NanoGagliato. C'è la fila!» ha affermato Mauro Ferrari, che oltreoceano gestisce 1200 ricercatori e un budget 120-150 milioni di dollari in qualità di presidente e ceo del Methodist, oltre a seguire il suo dipartimento di nanotecnologia. E questo festival, se ci sarà la volontà, potrà crescere ancora di più, non smarrendo però la spontaneità che lo contraddistingue e rappresentando così un esempio di creatività da imitare dalla miriade dei piccoli borghi d'Italia.
Tale concentrazione di celebrità in un borgo in cui solo di recente è stata installata una linea internet veloce e nel quale è arduo trovare punti in cui la copertura di rete mobile è sufficiente a sostenere una telefonata, è resa possibile da “NanoGagliato”, festival dedicato alla nanotecnologia che ospita i migliori scienziati al mondo del settore. Giunta alla quinta edizione e coordinata da Paola Ferrari, compagna di Mauro, la rassegna ha dato vita ad una splendida realtà che vede come protagonisti in primo luogo i cittadini di questo borgo, che per una settimana all'anno si mettono a disposizione dell'Accademia delle nanoscienze di Gagliato in modo tale che il festival riesca nel migliore dei modi. Gli ospiti, giunti nell'entroterra calabrese da molto lontano, pernottano in case sfitte o di proprietà di emigranti in pieno centro storico. Dalla piazzetta panoramica, a 450 metri d'altitudine, ci si specchia nel Mar Ionio.
Il fenomeno dello spopolamento è oltremodo diffuso nella Calabria interna. Le cittadine costiere si sono sviluppate solo di recente, allorquando gli abitanti hanno abbandonato gli antichi borghi arroccati su colline e montagne per risiedere più comodamente al mare ovvero per emigrare lasciando il sud definitivamente. Conseguenza di ciò sono migliaia di case abbandonate, centri storici deserti ed economia mortificata. Da diversi anni tale fattispecie negativa è stata trasformata, in alcuni paesi, in opportunità sia per il turismo sia per la solidarietà: basti pensare ai casi di Riace e Badolato, dove le case prima abbandonate ora ospitano comunità di immigrati extracomunitari che hanno avviato attività resuscitando le vecchie botteghe artigianali, dando così forma a ideal tipo di integrazione sociale.
NanoGagliato, festival giunto alla quinta edizione, rappresenta lo spirito costruttivo e creativo che dovrebbe animare i cittadini dei tantissimi piccoli centri, apparentemente insignificanti, dell'entroterra meridionale. Accanto alle sessioni di studio tra gli scienziati presenti che, rigorosamente in inglese, fanno il punto della situazione nei rispettivi campi di ricerca, una serie di eventi paralleli ravvivano il paesino per una settimana all'anno: mostre d'arte, serate in piazza, concerti, banchetti, spazio dedicati ai più piccoli. E poi ancora borse di studio agli studenti più meritevoli, appuntamenti all'alba e la Ferrari F1 del 2006 guidata da Schumacher esposta in piazza per gentile offerta a NanoGagliato da parte di Stefano Domenicali, dirigente della scuderia di Maranello.
Nella serata principale del festival, tutti gli ospiti di NanoGagliato si presentano al pubblico, raccontando brevemente la loro storia e quella della loro famiglia, descrivendo il loro lavoro senza tralasciare divertenti aneddoti e simpatiche gag con il pubblico. Per in secondo anno consecutivo è stato presente alla manifestazione anche il poliedrico giornalista radiotelevisivo Michele Cucuzza, che ha scritto un libro (“Il male curabile”) proprio sul lavoro di ricerca negli Stati Uniti svolto quotidianamente da Mauro Ferrari con un unico obiettivo: sconfiggere il cancro grazie alla nanotecnologia.
Il Methodist Hospital Reaserch Insitute di Houston, da cui provengono la maggior parte degli scienziati di NanoGagliato, è un centro grande 440 mila metri quadri distribuiti su 12 piani in cui vi lavorano 1200 tra medici, ricercatori e tecnici. Tale struttura fa a sua volta parte del Texal Medical Center della città texana, il più importante presidio sanitario degli Stati Uniti (45 grattacieli che accolgono cliniche, ospedali, laboratori di ricerca e scuole di medicina) in cui lavorano 200 mila medici che curano 6 milioni di pazienti l'anno.
«Ogni anno ricevo una marea di richieste da parte di miei colleghi per partecipare a NanoGagliato. C'è la fila!» ha affermato Mauro Ferrari, che oltreoceano gestisce 1200 ricercatori e un budget 120-150 milioni di dollari in qualità di presidente e ceo del Methodist, oltre a seguire il suo dipartimento di nanotecnologia. E questo festival, se ci sarà la volontà, potrà crescere ancora di più, non smarrendo però la spontaneità che lo contraddistingue e rappresentando così un esempio di creatività da imitare dalla miriade dei piccoli borghi d'Italia.