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Scritto da nel Internazionale, Numero 90 - 1 Giugno 2012 | 0 commenti

I Partiti salveranno l'Europa?

La crisi economica che colpisce l'Europa sembra punire inesorabilmente la politica e i partiti tradizionali a vantaggio di un sempre crescente movimento anti capitalista che si matura nell'estrema destra o sinistra.
Nel nostro viaggio virtuale partiamo dalla Grecia: dopo 20 anni "Alba Dorata" entra in parlamento con circa il 7% dei voti che contrasta con lo 0,23% del 2009. Partito di estrema destra Chrysi Avgi, cioè "alba dorata", si contraddistingue per una simbologia che lascia poco spazio all'immaginazione, chiaramente neonazista.
Il programma prende dritto alla pancia e raccoglie la rabbia dei greci sopraffatti dalla crisi: espulsione degli immigrati, lotta alla corruzione e al crimine, tra le proposte c'è quella di minare i confini del Paese, per evitare che gli immigrati varchino i confini; girano nei quartieri e distribuiscono alimenti, vestiti e scarpe.
Se dalla Grecia ci spostiamo in Francia restiamo nel campo dell'estrema destra con Marine Le Pen e il 17,9% ottenuto dal Front National nelle ultime elezioni vinte da Hollande.
Figlia d’arte, avvocato, alla guida del partito dal 2011, il Front National ha raggiunto il miglior risultato di sempre, mai raggiunto nemmeno con lo storico leader Jean Marie Le Pen, papà di Marine.
Anche qui, come in Grecia, la campagna è basata contro l'euro e l'Europa, però a differenza della Grecia, Le Pen ha raccolto un voto di protesta trasversale riuscendo nell'intento di trasmettere il messaggio che Front National non è necessariamente destra, ma partito del popolo infatti partiti ben più moderati, come ad esempio i Modem e i Verdi, hanno perso molti voti che si sono spostati nel Front National.
In un'analisi il più possibile precisa, nel caso francese, il voto di protesta è stato raccolto anche a sinistra da Melenchòn, ma quello di Marine è stato sicuramente il risultato politico più interessante.
Se dalla Francia saliamo fino in Olanda ci imbattiamo in Geer Wilders, leader de partito populista di destra Partij voor den Vrijhed, che lo scorso Aprile ha fatto mancare la fiducia al governo di centro destra rifiutando di fatto la linea dell'austerity imposta da Bruxelles. Ora l'obiettivo per Wilders è uscire dall'euro mentre il Paese rischia di subire il downgrade sull’affidabilità del debito sovrano.
Tornando in Italia, in questo viaggio virtuale, ci fermiamo in Germania dove si vota il prossimo ottobre: qui troviamo il Partito dei Pirati.
Jens Seipenbusch è il leader di quello che potremmo definire il Movimento a Cinque Stelle tedesco, internet è la piattaforma per il dialogo attravero cui trovare le proposte politiche.
Dopo le elezioni amministrative di Berlino dove hanno ottenuto il 9% si preparano alle elezioni federali del 2013; secondo i sondaggi sono già al nove per cento, per entrare in Parlamento in Germania la soglia di sbarramento è del 5%.
Giunti in Italia non possiamo che parlare di Beppe Grillo, definito un poplusita che cavalca l'onda dell'antipolitica che dopo il successo di Parma si prepara ad "espugnare Berlino", così come ha dichiarato il comico dopo la vittoria di Pizzarrotti.
In questo contesto europeo dove chi non rappresenta il partito, tradizionalmente inteso, acquisisce consenso, i leader cosa fanno? Capiranno le ragioni di questi movimento o troveranno le contromisure? Capiranno perchè gli elettori votano Grillo o i Pirati? dal prossimo autunno le prime risposte.

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