MILO. “E ancora adesso che gioco a carte e bevo vino”…
Sì, il mondo, i grandi alberghi, le cinque stelle dell’albergo fatale di Montreux, ma ciò che amava di più era la propria casa e le proprie dimore. La grande casa di Bologna in Via D’Azeglio ok, quella sua, dei suoi amici e della sua famiglia allargata, dove non mancava forse il sangiovese; l’ormai famosa casa delle Tremiti dove fraternizzava con Arbore e confermava il suo amore per il Sud “guardando” un Cirò e strimpellando un clarinetto e la casa di Milo, in Sicilia (Catania) dove il cantore del mare poté trovare giusta ispirazione e giusta compagnia: quella di Franco Battiato, mistico e messinese. “Dimmi con chi bazzichi e Ti dirò chi sei”. Certamente né Padre Boschi né Padre Battiato l’hanno convertito al Cristianesimo, ma sono state comunque determinanti le compagnie frequentate e gli amici, che non a caso ha incontrato, per assimilare le proprie metamorfosi interiori. Da lì alla definizione delle scelte di vita, il passo è breve. Tutto vero, specialmente se parliamo dell’animo sensibile, eclettico, universale, mai stòff, per dirla alla bolognese, del nostro amico artista, cantante, attore, grande uomo (come dire che tutto è buono per non ripetere il suo nome invano). Conclusione: anche le compagnie inducono ad una rivoluzione della nostra vita, delle nostre credenze, appunto della nostra fede. Così fan tutti.
Abbiamo letto molto della sua casa di Bologna e sufficientemente della sua vita alle Tremiti. Adesso è ora di parlare di questa Milo. Che ci faceva Dalla a Milo? Presto detto. Premesso che è il paese dove Franco Battiato ha una bella casa, può essere successo che “l’ascetico” l’abbia invitato una sera da lui a bere un bicchiere. Lui, che non beveva, più che altro osservò la sua bella casa, e gli piacque. Poi vide la bellezza della zona, il panorama, il sapore dell’aria, qualche rondine o qualche fico d’india, se ne innamorò, et voilà, si fece costruire anche lui una casa lì vicino. L’altra ipotesi è che la prima visita a Milo potrebbe essere dipesa dal Master di Musica che ogni anno vi organizza Tullio De Piscopo, ed il “nostro” vi si trovò per quell’occasione. Non c’è dubbio che gli piacque la terra limitrofa alla casa di Battiato e finì col farsene costruire una lì… Ma può essere anche che tutto dipenda dalla volontà di qualche ente locale di istituire a Milo un Premio Musicale alla memoria di Giuni Russo e Lucio Dalla si trovò li per lavoro. Sicuramente avrà visto la casa di Battiato, gli piacque il luogo e decise di farsene fare una proprio accanto alla sua. ‘A ridàglie. Insomma diciamo che tra le cose che nella vita a Lucio son piaciute c’è stato pure questo pezzo di Sicilia.
Aggiungiamo che a Milo viene prodotto l’unico vino bianco superiore doc del territorio: di berlo neanche a parlarne ma di abitarci sì. All’insaputa di molti, spesso, sulle vie di Milo, passeggiava Dalla, stuzzicato dal tepore di quella terra e abbagliato dalla vista dell’Etna color del fuoco e da quel mare… color del vino. Tutto vero, ma consideriamo che Lucio, da astemio com’era, Milo se la poteva godere solo a metà perché è definita la “Città della musica e del vino”… Dommage!