Il mondo senza profumi
La bocca della mattina, oltre che d'oro, da sempre si riempie di colazioni, e gli odori dei fornai, dei bar, delle latterie entrano nelle narici insieme a quelli della bruma e dei giornali che si affacciano dalle edicole e degli alimentari sullle bancarelle che sbucano dai negozi. Il mondo nel quale eravamo abituati a svegliarci spandeva nell'aria profumi e in questi ci si immergeva.
Nel mondo dei computer non ci sono profumi. Mi direte, non ci sono ancora. Tant'è, ciò che desidero sottolineare in questo momento non è una contestazione al progresso, ma proprio quanto possa significare individuare nella realtà delle cose le ragioni dello sviluppo tecnologico.
Se siamo cresciuti in mezzo ai profumi, avremo desiderio di farli uscire da uno schermo. Se saremo cresciuti fissando un monitor, mancherà un riferimento per migliorarlo ponendolo al servizio della vita e sarà più facilmente essa a ridursi alla nuova App di tendenza.
Il problema tipico della società dei consumi vede nel paradigma tecnologico la sua ultima frontiera.
Se siamo cresciuti immaginando una rivista di libero pensiero, potremo provare a sfruttare la gratuità di Internet per realizzarla. Risulta più difficile trovare nella rete medesima il gusto per la discussione e la condivisione, tanto che spesso essa diventa luogo di offese tra avatar anonimi, trovando invece la sua capillare diffusione quando si mette al servizio delle amicizie reali (l'esempio di Facebook su tutti). Il tema, vecchio come il mondo e l'educazione dei bambini, riguarda il fatto se lo strumento serva all'uomo, e come far sì che scoperto il fuoco non ci si lasci pervadere dal gusto di bruciare tutto indiscriminatamente.
In questo senso occorre capire che l'uso di internet e in generale l'impronta informatica della nostra vita modifica i rapporti con la realtà, così come lo farebbe qualsiasi costume sociale: non si tratta di dare giudizi di valore, ma di prendere le misure ai decenni che si aprono davanti a noi e di realizzare una mitologia in grado di accompagnarci nella gestione equilibrata dei nuovi rapporti sociali.
Nessuno è escluso dalla partecipazione: accanto ai sentimenti religiosi – tradizionalmente in grado di individuare l'eterno nella quotidianità – anche un certo cinismo relativista e nichilista (l'anticorpo critico del mondo dopo la morte di Dio) può reggere la sfida e rivelarsi come strumento per intelleggere e non soccombere di fronte ai nuovi scenari. Capire prima di essere carpiti nel contesto globale mette a confronto la mentalità occidentale, all'avanguardia dell'innovazione, con la millenaria cultura orientale, che nell'antica saggezza trova le ragioni del futuro, in una sfida di aggiornamento dei modelli di vita. Un equilibrio tra libertà e realtà è la via da perseguire nel mondo virtuale.
E' evidente a tutti quelli che trascorrono la giornata a lavorare al pc, che la sera il cervelletto – ganglo cruciale del nostro sistema nervoso – si sente mangiucchiato e atrofizzato. Dunque prima di correre al nuovo Apple store, è bene sapere che la mela morsicata del logo non profuma come quella dal verduriere.