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Scritto da nel Numero 80 - 1 Giugno 2011, Politica | 0 commenti

Le affinità elettive, ovvero: Chi ha paura del Grillo cattivo?

“Con rispetto, signor Presidente, lei è uno stronzo”. Si presentava così il futuro Ministro degli Esteri della Repubblica Federale Tedesca – e probabile prossimo candidato alla cancelleria nel 2015 – Herr Joschka Fischer nel Bundestag tedesco, nel 1984. Alla guida di un partito/movimento che da cui la Sinistra italiana dovrebbe trarre grandi lezioni di questi tempi: i Verdi, i Grünen.

“Vaffanculo”. Si presentava così il leader del “Terzo Polo” della Repubblica Italiana – e possibile king-maker negli equilibri parlamentari delle elezioni del 2013 – signor Giuseppe Grillo nelle piazze italiane, nel 2007. Alla guida di un movimento/partito da cui la Sinistra italiana dovrà trarre alcune lezioni di questi tempi: il Movimento 5 Stelle.

Un corridoio (ancora) segreto unisce Bologna e Stoccarda nel 2011. Una TAV composta di lotta al nucleare, energie rinnovabili e sostenibilità ambientale, piste ciclabili, diritti civili, guerra alle ingessature retoriche, critica profonda alla opacità della democrazia rappresentativa per far spazio alla trasparenza della democrazia deliberativa. Moderata indifferenza al materialismo dei diritti sociali, dell'equilibrio tra le forze economiche, dei destini produttivi dell'Occidente. Un elettorato giovane ed istruito, mediamente benestante – se non addirittura borghese. La capacità di incunearsi in un sistema parlamentare essenzialmente bipartitico, o bipolare, partendo dal livello locale per ascendere gradualmente a quello nazionale.

Ma un asse anche contrassegnato dalla forza pirotecnica di imporre all'attenzione pubblica temi clamorosamente sottovalutati dai referenti politici naturali: i partiti della sinistra socialista. Talmente vicini ai due partiti/movimenti da esserne il bersaglio polemico preferito, oltre che il più proficuo bacino elettorale. Talmente preoccupati dal difendere le proprie posizioni di rendita tra pensionati e fedeli appassionati da non accorgersi del tremore della terra, chiamare alla responsabilità del voto utile per poi farsi sbertucciare in cabina elettorale, e dover correre frettolosamente ai ripari. Magari andando al governo insieme, come nel caso della coalizione Rosso-Verde che ha guidato la Germania tra il 1998 e il 2005. E che a Stoccarda, nelle elezioni per il Land Baden Württemberg, ha visto un mese fa la stessa coalizione conquistare la più blindata delle roccaforti cristiano-democratiche. Con una piccola differenza: nel 2011, i rossi sono il junior partner della coalizione. I Verdi esprimono il presidente.

Niente paura, siamo Italiani. Da noi i partiti post-materialisti si consegnano alle riserve indiane: su Pecoraro Scanio e Bonelli (chi?) è difficile trovare – anche volendo – qualcosa da dire; la storica controparte italiana dei Grünen sono i Radicali, appunto. Mentre i Verdi tedeschi eleggevano il loro primo segretario di origine turca, Cem Özdemir nel 2008, Grillo malediceva i rumeni; mentre i Verdi prendevano parte alle riforme del mercato del lavoro nel 2003 (scaricando poi la colpa sui social-democratici) e il loro leader organizzava la missione militare in Kosovo, davanti a cassa integrazione, pensioni minime e de-industrializzazione incombente il M5S sfarfalla intorno ai Cobas; se la maggioranza dei militanti Verdi degli anni '80 aveva alle spalle una solida – pur sui generis – esperienza politica e se ne vantava, i grillini di politica non si sono mai interessati direttamente, e se ne vantano.

Per quanto convintamente i Verdi abbiano rigettato le forme e i contenuti della politica istituzionale, la responsabilità amministrativa li ha costretti alla meccanica naturale dell'esperienza: la politica è un mestiere difficile, prendere decisioni collettive è un compito difficile oltre che parecchio scomodo. Coinvolgere in ogni decisione i vari umarel di cui il mondo è fatto, con le loro paranoie, frustrazioni, ottusità e slanci di astrattismo, non è solo snervante quando la responsabilità poi ricade su di te. Diventa contrapproduttivo al tuo impatto politico, come i Verdi hanno presto imparato.

Proprio perché hanno raggiunto la maggiore età i Verdi hanno cambiato il volto della Germania, in una direzione che all'Italia “massacrata dai giornali e dal cemento” serve come il pane. Proprio quando hanno scelto chi erano gli amici (e chi i nemici), la protesta è diventata riforma. Proprio se la Sinistra italiana capirà la concretezza di quello che per da parte dei sindacati ha sempre accolto come “rivendicazioni”, eviterà il rischio di diventare il junior partner del grillo cattivo nel 2018.

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