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Scritto da nel Letteratura e Filosofia, Numero 78 - 1 Aprile 2011 | 0 commenti

Non Dio ma qualcuno che per noi l'ha inventato

Vuoi davvero lasciare ai tuoi occhi solo i sogni che non fanno svegliare? Sì vostro onore, ma li voglio più grandi…


Fai in modo che le persone sognino ciò che tu vuoi e le avrai in pugno. Il sogno è per definizione un personale utopico obiettivo di realizzazione. Ridurlo a nulla è impossibile, ma trasformarlo in modo da fargli perdere peso e luogo è possibile, eccome.
Togliere peso nei termini di eliminare il grave che permette la profondità: dà in pasto alla massa carne sempre meno fresca e nessuno si renderà conto di quando sarà ormai putrefatta. Forse i più svegli assaporeranno l'orribile gusto, ma mai sapranno risalire all'origine e causa del pasto nefasto. Svuota i simboli dei loro significati e si correrà dietro a vacue bandiere. Un piccolo esempio, molto di moda e molto potente: IL SESSO.
Meraviglioso, ma da dove nasce quella sensazione inebriante?
Dall'abbandono di te nell'altro, dalla fiducia totale nell'alterità, nell'ignoto (questo genera il massimo dell'eccitazione) ma al tempo stesso è un comprendere di essere compresi, piacere in tutto e per tutto ciò che si è. Quindi è un riflesso corporeo di qualcosa di ben più alto, come fosse un pensiero dell'anima che prende azione nel corpo. Mi fermo qui altrimenti apro pagine eterne.
Diverso è il discorso del luogo. Qual è il luogo dei sogni? Vi racconto un aneddoto a riguardo.
Ricordo quando da bambino sentii per la prima volta la parola UTOPIA.
Affascinato, cercai il significato di queste magnetiche sei lettere tra le pieghe del dizionario: “sogno irrealizzabile” fu il responso.
Capperi. E acciughe. Una parola così bella con un significato non triste, peggio, disperato.
Ti prende un pò lo sconforto ma un nuovo robot ti distrae. In fondo sei un bambino e non è certo tua responsabilità tirare la giacca a quell'ometto dicendogli -Senti un pò signor Zanichelli o Zingarelli nonhomaicapito potresti scrivere una parola più bella per quella parola che mi piace tanto?- Quindi l'ometto passa, il robot passa e poi passa anche la parola fino a che qualche anno dopo ci risbatti contro, ma stavolta è una persona a spiegartene il significato: u-topos = senza luogo.
MA non nel senso di inesistente, semplicemente non sai di preciso dove trovarlo questo luogo e perciò insisti anche tutta la vita in questa non affannata, bensì fiduciosa ricerca perché qui sta l'inghippo fondamentale dove il bambino esulta e fa una pernacchia al signor Zingachelli o Zanirelli: il continuo tentativo di trovare la tua utopia è pieno di speranza.
Piccolo particolare.

Ecco adesso chiedi ad un bambino cosa vuole fare da grande.
Credo che velina e calciatore siano di gran lunga in vetta alla classifica e mi chiedo:
“DOVE DIAVOLO SONO FINITI GLI ASTRONAUTI?!”

Più che sogni sono tentativi, speriamo che le rondini tornino presto di guardia sopra il tetto.

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