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Scritto da nel Internazionale, Numero 77 - 1 Marzo 2011 | 0 commenti

Gli errori di Gheddafi

La situazione in Libia è drammatica e in evoluzione, difficile fare previsioni; ciò che è certo è che Gheddafi sia politicamente un uomo morto che cammina, capace, tuttavia, di commettere ancora crudeltà ed errori tattici. Il bombardamento sui manifestanti da parte dell'aviazione e le orribili immagini delle fosse comuni lungo le spiagge sono il riassunto, e forse conclusione, di una serie di fallimenti scaturiti dalle scelte strategiche del leader libico dal 1969 ad oggi.

- Il nuovo Nasser -
Gheddafi ha fallito nella ricerca d'affermarsi come il nuovo Nasser, leader ideologico dell'Africa e dell'Islam moderato, con un'inutile dissipazione di risorse economiche senza conseguire rilevanti vantaggi in ambito internazionale. Ne è un esempio il tentativo, immediatamente fallito, di aderire e rilanciare la Repubblica Araba Unita con Egitto, Siria e altri paesi nordafricani.

- Cattive amicizie e rapporti di vicinato -
Nella prima fase della dittatura, le amicizie internazionali di Gheddafi non hanno certo giovato alla Libia: dal sostegno a feroci dittatori come Bokassa (Repubblica Centrafricana) e Idi Amin Dada (Uganda), all'appoggio a gruppi terroristici come IRA e Settembre Nero (artefice, tra l'altro, del Massacro di Monaco del 1972).
Le relazioni con i paesi confinanti hanno vissuto momenti drammatici: in particolare la guerra col Ciad tra il 1983 e il 1986 per il possesso della Striscia di Aouzou si concluse con una grave sconfitta e numerose perdite umane per l'esercito libico, nonché la definitiva assegnazione dalle Nazioni Unite del territorio conteso al Ciad (1994).

- Il petrolio -
La grande risorsa della Libia, il petrolio, ha rappresentato una fonte di ricchezza ma anche una condanna: ha limitato la diversificazione, con una totale assenza d'investimenti negli altri settori produttivi, anche a causa dell'assenza di know how generato dall'embargo. Gli introiti derivanti dal petrolio hanno rimpinguato quasi esclusivamente il vorace settore pubblico e la sua burocrazia, cedendo a imprese straniere l'iniziativa privata e lo sviluppo di infrastrutture.

- I rapporti con l'Occidente –
Negli Anni 80 la crisi tra Libia e Occidente raggiunse la fase più drammatica: gli scontri aerei nel Golfo di Sirte nel 1981 e di nuovo nel 1989, in entrambi i casi con successi statunitensi. Nel 1988 l'evento più eclatante: il Disastro di Lockerbie, l'attentato terroristico al volo Pan Am 103 da parte dell'Intelligence libica, con 270 vittime.
L'embargo portò all'isolamento politico del regime a livello internazionale.
Dagli Anni 90 ha però inizio un riallacciamento nelle relazioni diplomatiche: dalla condanna al regime di Saddam Hussein (1990) alla guerra ad Al Qaeda, fino allo storico Trattato d'amicizia e cooperazione con l'Italia (2008).

Gheddafi ha assunto atteggiamenti ambigui e di difficile lettura, alternando suicidi politici a grandi aperture diplomatiche. L'apprezzabile attività contenitiva dell'integralismo religioso e il contrasto all'espansione di Al Qaeda in Nord Africa non l'ha aiutato a cucire sinceri rapporti. Non ha forse compreso le potenzialità del proprio ruolo di mediatore tra Africa islamica e Occidente, assumendo comportamenti inaccettabili (il mancato rispetto dei diritti umani e la mancata adesione all'UNHCR), ricattatori (l'ostile gestione dei flussi migratori) e provocatori (le “spettacolari” visite in Italia), forse dettati da cieca megalomania e dannoso protagonismo.

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