Numero 74 – 1 Novembre 2010 – Partecipazione di classe
Esprimersi significa etimologicamente prendere se stessi, strizzarsi fuori di sè e giungere agli altri. Ieri erano i dibattiti politici nelle aule universitarie e gli editoriali di sommi intellettuali. Oggi intrappoliamo i nostri pensieri in un server per riflettere e riflettersi nella più vasta realtà della rete. Scriviamo di noi stessi, del chi e del come si partecipa oggi alla vita pubblica, tra media company che prendono a bastonate la democrazia e anestetizzano il pluralismo dei juke-box. Staniamo gli intellettuali di ieri per metterli di fronte alle loro colpe, e pensiamo a forme più civili con cui le generazioni disilluse di oggi partecipano elegantemente per emergere dal degrado culturale lasciatoci in eredità. Dalla rivoluzione contestata a quella Sveva supportata a Stuttgart, mentre a Bologna, dove tutto tace, una nuova associazione prova a dare voce ai cittadini, per frenare quell’eco che rimbomba tra le strade a causa del vuoto della politica.
E, in fondo, se è vero che ci esprimiamo con corpo e linguaggio, allora non è un caso che qui si legga di pastori che prendono a legnate i figli finocci, per capire che l’unico modo di schivarla – la bastonata – sta prima nel comportamento che nel linguaggio. Con l’auspicabile effetto di interromperla questa tradizione della bastonata, quale che ne sia il verso.
- Salviamo la polis: nuova politica dal sud del mondo
- Casaleggio: partecipazione, rivoluzione e massoneria 2.0
- Vincoli umani e vita activa: quanto è ancora possibile?
- Pasolini contro la rivoluzione
- Sheakspeare e il popolo in rivolta
- Stuttgart 21: la Rivoluzione Sveva
- La Rete fra democrazia e autoritarismo
- Andate a lavorare
- Il beneficio d'inventario
- Da intellettuali a cretini di sinistra
- Cronache marziane
- Il Brasile dopo Lula
- San Martino e Saint Simon
- L'humus cantautoriale degli anni Zero
- Dalle parole ai fatti: il lato attivo del consumatore
- CANDIDAMENTE per ascoltare la città
- Fare politica ieri e oggi
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