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Scritto da nel Letteratura e Filosofia, Numero 72 - 1 Agosto 2010 | 0 commenti

Sui passi incerti di una storia passata

Ucraina. Un'improbabile compagnia si accinge a compiere un viaggio a ritroso alla ricerca di radici. Jonathan Safran Foer, il protagonista che porta lo stesso nome dell'autore, è un giovane statunitense di origini ebraiche ed europee che si affida all'agenzia di viaggi “Viaggi Tradizione” per attraversare l'Ucraina alla ricerca di una donna di cui conosce solo il nome: Augustine. E' Augustine la chiave di volta per ripercorrere la vicenda e la vita di suo nonno. Il volume di Jonathan Safran Foer “Ogni cosa è illuminata”, da cui è stato tratto un film nel 2005, racconta un viaggio d'altri tempi, sorretto da pochi indizi, sulle tracce di una storia individuale e collettiva.
Attraverso un'unica fotografia lasciata dall'antenato, il giovane Jonathan rivive la storia della sua famiglia, la storia del vecchio Alexander (il nonno dei “Viaggi Tradizione”) e un po' tutta la storia di una certa comunità ebraica dell'est Europa. Costretto ad adattarsi alla convivenza con la cagnolina maleodorante Sammy, alla cucina ucraina, alle insistenti domande del giovane Alexander, Jonathan perseguirà con pacata tenacia il suo importante obiettivo: rintracciare nel cuore dei ricordi il percorso doloroso e antico dell'esistenza di suo nonno.
La bizzarra compagnia si muove alla ricerca di Trachimbrod, un villaggio che sembra essere ingoiato dal tempo e dalla storia degli ultimi secoli; e nelle immense distese vuote di case e di persone dell'Europa dell'Est sembrano perdersi anche le tracce del nonno di Jonathan e della sua storia.
In un flashback surreale eppure fortemente coinvolgente, dinnanzi a una vecchia casa sospesa, custode delle scatole piene di foto e di piccole testimonianze di vita ebraica, vengono alla luce i segreti dolorosi e disarmanti di chi aveva cercato di dimenticare i drammi della storia.
Una storia avvincente, un mistero forse irrisolvibile, un viaggio paradossale e pieno di quotidiani colpi di scena: ecco cosa ci spinge ad accompagnare i nostri eterogenei personaggi alla ricerca di Augustine, sperando con loro di poterla ritrovare per poter risolvere e concludere una storia che parte dal Settecento e che resta in bilico, attaccata ad una fotografia.
Una saga ebraica che ripercorrendo il passato e tentando di dare conclusione ad un futuro che deve ancora giungere, aiuta a vivere il presente con una coscienza maggiore e con slanci di spirito diversi e più autentici; un libro fantastico che parla di un viaggio che sembra irreale anche quando ha il rumore di un'automobile sgangherata dell'est Europa; una storia illuminata dal lampo di un ricordo sfuggente che, diventando limpido, risulta fatale.
Al di là di una ricerca nel cuore delle radici all'origine della cultura e dello spirito europeo, si sviluppa attorno alla strana compagnia dei “Viaggi tradizione” la storia di una vera amicizia tra i due giovani Jonathan e Alexander, vissuta fra comiche incomprensioni di carattere lessicale ed inaspettate confidenze che abbatte ogni barriera e che rispecchia il lato buono dell'animo umano.
In un finale sospeso che dilegua a mo' di sogno qualsiasi realtà concreta e ogni certezza ritrovata sfumano le ultime parole della lettera di Alexander a Jonathan, lasciando il lettore fra commozione e tanta voglia di ripartire.

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