Il Popolo colombiano in una guerra civile senza fine
Le cause del conflitto sono ricollegabili all'ampio divario economico esistente tra gli esponenti dell'oligarchia colombiana e le classi meno abbienti, composte per la maggior parte da campesinos e agricoltori alla mercè dei grandi proprietari terrieri (in Colombia il 4% della popolazione detiene oltre il 65% delle terre coltivate)4. La causa scatenante è invece l'omicidio del leader del Partito liberale Jorge Gaitán nell'aprile del 1948 per mano dei conservatori. In seguito a questo episodio ha inizio il cosiddetto periodo della Violencia che genera un'ondata di rivolte in tutta la Colombia contro il governo conservatore. I militari riescono a riportare l'ordine solo nel 1953, dopo aver causato la morte di più di 300.000 persone. Durante questi anni, migliaia di contadini in fuga dall'esercito trovano rifugio nelle regioni più centrali del Paese. La fine della Violencia e la nascita del Fronte Nazionale nel 19575 non coincidono però con un significativo miglioramento delle condizioni di vita dei campesinos. Così, nei primi anni Sessanta, nelle aree occupate dai contadini, si formano i primi movimenti guerriglieri di estrema sinistra da cui nasceranno le FARC e l'ELN. La guerra inizia ufficialmente nel 1964 in seguito ai bombardamenti dell'esercito colombiano su alcune zone in mano ai campesinos nell'intento di riappropriarsi delle terre sottratte ai latifondisti.
Le forze paramilitari nascono invece negli anni Settanta (anche se le AUC si costituiscono ufficialmente solo nel 1997) da alcuni apparati dello Stato in risposta al proliferare delle guerriglie e per salvaguardare gli interessi dei grandi proprietari terrieri e delle multinazionali straniere. Alla base dell'azione paramilitare c'è il tentativo di repressione sistematica degli oppositori: campesinos, rappresentanti dei Sindacati, studenti e simpatizzanti di movimenti di sinistra. A titolo di esempio si calcola che negli ultimi 15 anni in Colombia siano stati uccisi più di 4000 sindacalisti6.
Una delle conseguenze più gravi della guerra è il dramma dei desplazados. Gli sfollamenti forzati avvengono tramite minacce, sparizioni, omicidi e ogni sorta di crimini, perpetrati al fine di terrorizzare la popolazione e costringerla alla fuga. Le incursioni all'interno dei pueblos sono orchestrate dai gruppi paramilitari in sinergia con l'Esercito regolare. Dallo scoppio della guerra ad oggi sono 6 milioni gli ettari di terra7 sottratti illegalmente ai campesinos per lasciare spazio alle più redditizie piantagioni di coca (il narcotraffico è la prima fonte di sostentamento delle AUC). Il 7% della popolazione colombiana è così costretta a vivere lontano dalle proprie case, in condizioni di estrema povertà e precarietà nelle baraccopoli delle grandi città o a ridosso dei confini con il Venezuela, l'Ecuador e Panama. I desplazados sono per lo più contadini, afrodiscendenti e indios, per la metà di sesso femminile.
Il 20 giugno scorso la Colombia è stata chiamata ad eleggere il nuovo Presidente. Ha vinto Juan Manuel Santos, il delfino del Presidente uscente Alvaro Uribe, che negli otto anni di mandato ha sempre adottato la linea dura contro le FARC, impedendo di fatto la nascita di un processo di pace. Se Santos seguirà la stessa politica, la paz in Colombia resterà un sogno per ancora molto tempo.
2. http://www.unhcr.org/cgi-bin/texis/vtx/page?page=49e492ad6
3. http://www.internaldisplacement.org/8025708F004CE90B/%28httpRegionPages%29/54F848FB94403472802570A6005595DA?OpenDocument
4.
5. Si tratta di un accordo politico tra Liberali e Conservatori che prevede un'alternanza al potere dei due partiti per i successivi 16 anni.
6.
7. http://edition.cnn.com/2009/WORLD/americas/05/22/colombia.displaced/index.html