Le dodici stelle…
« Sullo sfondo blu del cielo del Mondo occidentale, le stelle rappresentano i popoli dell'Europa in un cerchio, simbolo di unità... proprio come i dodici segni dello zodiaco rappresentano l'intero universo, le dodici stelle d'oro rappresentano tutti i popoli d'Europa - compresi quelli che non possono ancora partecipare alla costruzione dell'Europa nell'unità e nella pace. »
(Consiglio d'Europa. Parigi, 7-9 dicembre 1955)
Dodici stelle su campo azzurro, chiamate a rappresentare i popoli d'Europa quell’8 dicembre 1955. Formalmente venne definito il numero dodici come simbolo di armonia e solidarietà fra i popoli in quanto numero della completezza, lo sfondo blu a rappresentare il cielo ponentino scuro dell’occidente.
Ma pare che l’idea di Arsène Heitz, colui che disegnò il vessillo, non nacque del tutto da questa riflessione, come egli stesso rivelò tempo dopo l’approvazione. Nel dodicesimo capitolo dell’Apocalisse la Madonna appare infatti con in capo una corona di dodici stelle, numero legato alla tradizione giudaico-cristiana. (“Nel cielo apparve poi un segno grandioso: una Donna vestita di sole con la luna sotto i suoi piedi e sul suo capo una corona di dodici stelle"Ap 12,1). Disegnatore cattolico, fervente mariano, fu dunque originariamente ispirato da questa immagine biblica. Alle domande poste riguardo al perché del numero dodici egli riuscì a rendere vincente in Assemblea l’unire il dodici ad una simbologia di pienezza seguito dalla convinzione che anche quando il numero di Stati Membri si fosse ampliato, questi non sarebbe dovuto mutare.
Si può dunque concludere che il Consiglio d'Europa fornisce ufficialmente la spiegazione più laica e si tiene per sé l’origine religiosa confessata solo in seguito da Heitz, che al collo portava come tanti altri devoti la celebre “Medaglia miracolosa” coniata dopo le apparizioni di Bernardette a Lourdes. La madonna, in quanto “Figlia di Sion” è un cruciale tramite tra Antico e Nuovo Testamento, tra tradizione giudaica e cristiana, e questo si sospetta che sia uno dei motivi, se non l’unico, per cui Paul M. G. Lévy approvò proprio questo simbolo mentre presiedeva il Concorso di Strasburgo del 1955. Del resto, in quanto belga di religione ebraica, forse sentì familiari i colori bianco e blu, gli stessi del vessillo d’Israele. (le stelle furono rese dorate solo in seguito).
Di tali riferimenti però non vi è ombra alcuna, né nei documenti originali degli anni '50 e nella raccomandazione dell'Assemblea parlamentare approvata il 25 ottobre 1955, né nella risoluzione approvata dal Comitato dei ministri a Parigi l'8 dicembre 1955.
Se l’origine del simbolo approvato fosse stata rivelata prima probabilmente le cose sarebbero andate diversamente: la croce rossa inserita in un cerchio giallo su drappo blu, inizialmente proposta dal conte Richard Nikolaus di Coudenhove-Kalergi, fu respinta in quanto riferimento esplicitamente cristiano, per tale motivo incoerente con la partecipazione al Consiglio d’Europa del musulmano stato della Turchia.
Dopo quella prima proposta la storia della bandiera fu articolata e complessa: ve ne furono molte altre ma la decisione era ancora lontana: per questo venne istituito un periodo in cui venne richiesto da parte dei rappresentanti del governi di sospendere l’uso di un vessillo fino ad una futura definitiva approvazione. Si convocò una piccola commissione di cui fecero parte tre membri propri e tre esperti di araldica ma anche questo tentativo fallì: il simbolo generato dalla commissione era troppo somigliante al vessillo delle Olimpiadi.
In seguito ad una rassegna di vari progetti le possibili soluzioni si ridussero a due: una costellazione di stelle dello storico pacifista spagnolo Salvador de Madariaga, e la proposta di Heitz, che con la sua abilità riuscì a far approvare l’opzione delle dodici stelle omettendo il riferimento originario e sostituendolo con le ragioni più universali e laiche che il Consiglio ha allegato alla bandiera. Bandiera che venne infine adottata quale emblema ufficiale della Comunità Europea nel 1985 dai capi di Stato e di governo dei suoi Paesi Membri.