XXXIII – Bellerofonte a Itaca
Capitolo Trentatreesimo
Dove la vendetta di Sisifo è ormai fuori controllo
Dopo vent'anni Odisseo aveva fatto ritorno a Itaca. Del suo ritorno a sorpresa, già se n'è detto. Anche se non se n'è mai detto abbastanza. E infatti da quel giorno in poi la gente ne parla, ne racconta, mai sazia di pettegolezzi e dicerie. E c'è sempre qualche particolare oscuro, come ad esempio: chi erano veramente i pretendenti? da dove venivano? e non avevano di meglio da fare? e chi ha pulito il lerciume che han lasciato, una volta trafitti a morte?
Questo la Storia non lo dice.
Ma tornando a noi: Odisseo fa ritorno a Itaca dopo vent'anni e si ritrova la casa infestata di pretendenti che un giorno uno e un giorno un altro si sperimentano con la regina. Uno alla volta, pur che mai nessuno ne viene a capo. Odisseo come li vede li uccide tutti, per cui, e s'immalinconisce: si ritira nel frutteto dove già da tempo alloggiava il vecchio Laerte, che viene quindi trasferito nel porcile.
Lì nel frutteto, allora, Odisseo passa le sue giornate di vecchio bacucco e mezzo cieco e rimbecillito a raccontar le sue vicende, a Telemaco (il primo re di Itaca senza una moglie) e soprattutto allo scriba amico di Zenone, che lo ascolta con attenzione e volentieri.
In tutto questo, una mattina di bonaccia, Telemaco vede arrivare alla città un vecchio tutto arzillo, con una barchetta, che vuol parlare con suo padre. Lo accompagna al frutteto, Odisseo fa come un fiuto, tutto un annusare: Zenone! …sei tu davvero? – era davvero Zenone, di cui Odisseo riconosceva l'odore caratteristico di bisonte muschiato anche dopo quasi trent'anni.
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Son io, ma ti devo dire una cosa…
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Dopo, dopo: adesso mettiti qui comodo, …sarai stanco!
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Sì, ma…
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No, no: non voglio sentir ma: siediti qui, che ti racconto un po' di cose: eh! ne son successe, da quando son partito per la guerra, eh!
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Sì, sì, lo so, so tutte le storie, so anche del ciclope, e…
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Ah! il ciclope! il ciclope!! e di Circe? lo sai, di Circe? ci ha trasformati in maiali. E le sirene! I Lotofagi! I cannibali! …eh: quante ce n'è, da raccontare… mettiti pur comodo!
Ma proprio in quel momento, si sente Penelope gridare allarmata: Telemaco si gira: una parte del bosco è incendiata. Guarda! Guarda là! – dice poi, a veder quel che viene dal mare. Cosa succede, Zeno? – si aggrappa Odisseo alla veste del suo vecchio amico, non vedendo più in là di un metro – …che succede? È Sisifo? Sisifo ci attacca? Oh poveri noi!
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Sisifo l'hai già ucciso, …no: qui è molto peggio, te lo stavo appunto venendo a dire: è Bellerofonte, il figlio di Glauco,… te lo ricordi, Glauco?
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E come no! l'allevatore di cavalle! Ah, che brutta fine! Non gliel'invidio proprio!
Fatto è che ormai Itaca è in fiamme, a furia di far chiacchiere. E non c'è scampo per nessuno. È una brutta fine, che tocca a tutti. Ed è davvero un peccato che a questa maniera ci tocchi a noi pure finir questa storia, no? Certe volte, quello di raccontare, è un compito ingrato. E tutto questa baraonda, a pensarci bene, per una questione di vacche! Eh: la gente è strana.
Ma sarà davvero tutto perduto?
…e se invece non fosse?
(continua…)