Pages Menu
RssFacebook
Categories Menu

Scritto da nel Itaca, Numero 67 - 1 Marzo 2010 | 0 commenti

XXV – I Pelasgi e la guerra d'Argo




Capitolo Venticinquesimo

Dove l'Autore è costretto dalla Redazione a scrivere un riassunto dei capitoli precedenti


Tutto comincia che Autòlico, un vaccaro di Itaca, ruba le vacche a Sisifo, il re di Corinto e il più astuto imbroglione criminale e perfido intrigante fra gli uomini. Scoperto l'artefice del furto, Sisifo si vendica di Autòlico ingravidandogli a tradimento la figlia (già promessa in matrimonio al principe di Itaca, Laerte). Proprio così: una vendetta originale, creativa e piacevole a farsi. E a questa maniera, dalla semenza di Sisifo il noto criminale, nasce Cefalo, che amerà in seguito farsi chiamare “Odisseo” (per ragioni adesso troppo complicate, per riassumerle su due piedi).

Odisseo passa quindi l'infanzia con suo nonno Autòlico, dal quale apprende la scienza e arte del furto, e che verrà ucciso poi da Sisifo davanti agli occhi del nipote. Una scena raccapricciante, nel bel mezzo di una cena. E che ben mostra la maleducazione di Sisifo. Si mette allora Odisseo a vivere nella foresta, sull montagne del nord dell'isola: lassù vive come un bastardo e si fa amico un Pelasgo vagabondo: Zenone. Questo Zenone è uno dei tanti Pelasgi costretti alla vita zingaresca per causa della guerra orchestrata da Giasone, il figlio di Esone, molti anni avanti. Qualcuno ne ha mai sentito dire, di questa guerra? Beh, per quanto se ne sia detto in giro, fatto è che le cose sono andate così: la Tessaglia era divisa in due dal monte Othrys, e da una parte ci stava Esone nel suo regno acheo, dall'altra parte c'era pieno di Pelasgi nella pianura di Argo. Questi Pelasgi erano migrati lì dall'Asia duemila anni prima. Fatto è che il re Esone voleva anche quel pezzo di terra per unificare la Tessaglia sotto il dominio acheo, ma ogni tentativo di conquista della pianura era andato fallito: un po' per la protezione del monte Othrys, un po' per i rinforzi pelasgi che sembravano arrivare da ogni lato, tutte le volte. Così che Giasone, figlio del re Esone, gli viene in mente una grande impresa: cancellare la razza pelasgia da tutta la faccia della terra. Mette insieme un grande esercito, per cui, e fa il giro del Mediterraneo depredando isola dopo isola, sterminando il più possibile quella che aveva convinto tutti essere una mala razza. Ed ecco che, durante gli anni d'una intera generazione, i Pelasgi furono costretti a nascondersi, a fuggire, a vagare per il mondo desterrati, a cambiare nome e a occultare i propri figli.

In molti tra i Pelasgi trovarono rifugio nella lontana isola di Creta, ma la più parte era fatta schiava o sterminata, o zingara. Giasone e la sua banda erano ormai quindi animati dalla gradasseria, e in vista del loro obiettivo finale si annunciavano come gli “Argonauti”. E nella pianura di Argo, sotto il monte Othrys, gli ultimi Pelasgi liberi si difendevano fino alla morte – che, purtroppo, li colse tutti. Ed ecco fatto per l'unificazione della Tessaglia. Vi sembra una storia orribile? Lo è. Ma che vuoi farci? Quel ch'è stato è stato.

I Pelasgi, bisogna dire che sono stati poco dopo tollerati nuovamente; a patto che non si facessero più vedere dalle parti del monte Othrys. Fondarono quindi una Nuova Argo, più a sud, che fu brutalmente conquistata da un altro manipolo di Achei, quasi subito. Allora si scoraggiarono e lasciarono perdere la civiltà ufficiale, dandosi al vagabondismo – così come il padre del nostro Zenone, che si diceva prima. Il padre di questo Zenone, se ne va col figlio alla città di Troia, la più ricca e spavalda città di quei tempi, e muore subito dopo. Zenone è il nome che i Troiani usavano dare ai bambini stranieri che gli piovevano addosso, dopo la guerra, come caduti dal cielo; Zenone significa infatti: “Viene da Zeus”.

(continua il riassunto nel prossimo capitolo…)

Scrivi un commento

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>