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Scritto da nel Itaca, Numero 67 - 1 Marzo 2010 | 0 commenti

XXIV – Verruche




Capitolo Ventiquattresimo

Riusciranno Odisseo e gli altri itacensi nostri eroi a salvarsi dal ciclope senza essere mangiati?

Si guarda un po' intorno, Odisseo, vede l'ulivo sradicato messo lì a un angolo. Deve averlo sradicato a mani nude… – si dice, il re di Itaca. Lui il suo arco l'ha dimenticato nella nave come un vero fesso, per l'eccitazione di far l'incontro di genti nuove e sperimentare nuovi saccheggi; adesso sarebbero usciti di lì solo dopo la digestione, a quanto pare. E non era una bella cosa, da pensare. Poi gli viene in mente che un'arma ce l'hanno, e una di quelle che piacciono a lui: il vino. Ciclope! – dice subito – …non ti viene sete, ad abbuffarti così?

Hai ragione – gli risponde, Polifemo – è vero che voi Achei sapete come godere dei piaceri del cibo… hai un po' del vostro buon vino?

Eccolo qui! – più facile di quanto non si pensasse. In un solo sorso il bestione si tracanna tutto l'otre non diluito, poi lascia andare un rutto vulcanico e cade come corpo morto cade, secco a terra.

È fatta! È fatta! – dice Odisseo ai suoi compagni – adesso lo uccidiamo! – tutti lo guardavano con la bocca aperta: E il masso?

Già: e il masso? – a questo Odisseo non ci aveva pensato.

Maestro – gli dice uno dell'equipaggio che stava sempre in disparte e non diceva mai niente ma che adesso se ne viene fuori con una bell'idea – …hai notato quella verruca sulla fronte?

  • E come potrei non notarla? È una delle cose più disgustose che si possono vedere!

  • E allora ti volevo dire, Maestro…

  • Perché mi chiami Maestro, ragazzo, se tutti mi chiamano Odisseo?

  • Aspetta aspetta! volevo dire: io un tempo ho avuto una verruca sotto un piede, e mi bastava toccarmi che diventavo pazzo dal dolore,…finchè non me l'hanno guarita con…

Hai ragione, ragazzo! – lo interrompe Odisseo, che aveva già elaborato un nuovo piano, e stacca dall'ulivo un rametto, lo mette al fuoco finch'è non è arroventato sulla punta: Lo pungoleremo con questo sulla sua brutta verruca! – e detto: fatto.

E gli urli del ciclope! Urla sovrumane, grida acutissime e una fuga verso l'acqua per rinfrescarsi la fronte ustionata. E via che scappano tutti gli altri, Odisseo e bella compagnia: via via via! – come gazzelle. E a maledirli, Polifemo, perché gli hanno bruciato la verruca, e a spaccar tutto per qualche giorno, e a sodomizzare per sfogo tutte le sue pecore una dopo l'altra e anche l'ariete del vicino – fino ad accorgersi poi che la verruca una volta bruciata è andata via, e allora si prepara pane e formaggio, fa merenda e non ci pensa più.


(continua…)

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