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Scritto da nel Numero 67 - 1 Marzo 2010, Politica | 1 commento

O' Professore: Il carcere come scuola criminale

Il carcere dovrebbe rappresentare uno strumento di riabilitazione sociale per chi commette reato, ma paradossalmente esso allontana il detenuto dalla realtà sociale, diventando “la scuola” criminale per eccellenza, un luogo dove apprendere le basi di una criminalità più avanzata, e dove non è impossibile che, ad esempio, un detenuto in attesa di giudizio diventi il primo tra gli affiliati di una organizzazione criminale.

L'esempio principale è la vicenda che vede protagonista Raffaele Cutolo (Ottaviano, 1941), detto “ o' professore”, che, entrato in contatto con la realtà penitenziaria a 22 anni per omicidio, farà del carcere di Poggioreale il punto di partenza per la sua ascesa nel mondo della criminalità organizzata.

Servendosi dei guadagni delle tangenti che i suoi fedelissimi imponevano all'esterno del carcere, Cutolo organizza aiuto e protezione per le fasce più deboli di detenuti, come poveri o giovani inesperti della vita carceraria; la forza carismatica di Cutolo agisce come una calamità su chi, tra i detenuti, spera di migliorare la propria condiziona, o' professore, con le sue promesse di poter combattere contro le ingiustizie, diventa il simbolo di un possibile riscatto sociale.

Coloro che non si sentono tutelati da uno stato che li ha emarginati condannandoli ad una vita di esclusione sociale, vedono in Raffaele Cutolo colui che potrà aiutarli, colui che gli darà un ruolo e un'identità che la società gli ha negato.

Attraverso questo sistema Cutolo si assicura una rete di ex-detenuti che, una volta usciti dal carcere, lo ricompenseranno dell'aiuto ricevuto inviandogli grosse somme di denaro.
Il primo passo per l'affiliazione è compiuto, Poggioreale diventa il quartier generale della NCO, Nuova Camorra Organizzata, che riporterà la camorra a competere con le organizzazioni criminali più potenti, come mafia e 'ndrangheta.

La NCO, nata dal carcere come la vecchia camorra ottocentesca, prenderà da quest'ultima vecchie tradizione e rituali, ma si svilupperà in modo del tutto diverso: attraverso un'organizzazione di tipo verticale con l'appoggio di seguaci all'esterno del carcere e con accordic on mafiosi italo-americani, politici e terroristi.

Tra la fine degli anni '60 e l'inizio dei '70 il potere di Cutolo, sia all'interno che all'esterno del carcere, cresce a dismisura, arrivando perfino a poter essere in grado di decidere in quali carceri trasferire i suoi protetti.

La NCO rappresenta l'esempio più eclatante di come sia possibile la nascita di organizzazioni criminali in carcere e di come queste riescano a diffondersi e a capillarizzarsi nella struttura sociale- politica ed economica del paese.

Le situazioni carcerarie, quindi, non sono realtà estranee alla società, sono parte di essa e come tale possono condizionarla. Non si può e non si deve permettere che il carcere, nato per reinserire il soggetto nella società, diventi il nucleo da cui parte e si organizza la criminalità.

Attraverso corruzione, intimidazione e favoritismi la realtà del carcere diviene un apparato in cui fermenta e si sviluppa l'avversione nei confronti dello stato, l'istigazione all'illegalità come una soluzione per riappropriarsi di un'identità persa in quanto “detenuto”.

È quindi dovere dello stato, e delle strutture penitenziarie, favorire, attraverso un percorso rieducativo adeguato al tipo di reato commesso, il reinserimento e la reintegrazione del detenuto all'interno della società.

1 Commento

  1. Semplice ed efficace. Storia emblematica. Bene.

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