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Scritto da nel Numero 67 - 1 Marzo 2010, Tempo e spazio liberi | 0 commenti

La speranza non può essere uccisa per sempre

La speranza non può essere uccisa per sempre

Un gruppo di ergastolani ha deciso di cercare di rompere il silenzio che li circonda.
Alfredo, Maria Luce e Angelanima, persone con l'amore nel cuore, i tre amministratori del blog, hanno raccolto le nostre urla dal silenzio e hanno aperto questo spazio per diffondere le nostre voci.
Cosa diremo?
Che condannare un adolescente alla pena dell'ergastolo ostativo è un crimine peggiore di quello che si vuole punire;
che si dà la pena dell'ergastolo per debolezza e vigliaccheria perché non si ha il coraggio di dare la pena di morte, una pena molto più umana dell'ergastolo perché nei paesi dove esiste la pena di morte almeno prima che ti ammazzino ti fanno firmare il foglio di scarcerazione;
che la pena dell'ergastolo è solo una pena di odio e di vendetta;
che mentre la pena di morte è solo il nulla la pena dell'ergastolo è il nulla insieme a un dolore infinito;
che l'ergastolano ostativo a qualsiasi beneficio di legge spera sempre che la sua vita passi sempre più in fetta perché morendo esce subito il suo cadavere.

di Carmelo Musumeci, Ergastolano

Presentazione del Blog “Le urla dal silenzio

Sei arrivato nel Territorio degli Uomini Ombra. In coloro che vedono ogni giorno stagliarsi inesorabile nel “fine pena mai”.
Questo blog è stato creato per loro. Per i condannati all'ergastolo ostativo, quello senza nessun beneficio, senza mai un giorno di permesso: anni e anni, decenni, senza mai un giorno fuori dal carcere, senza mai un Natale in famiglia, senza mai un abbraccio libero con i propri cari. Tutto questo per reati commessi anche 20-30- 40 anni prima.

L'italia è storico avversario della pena di morte, ma l'ergastolo ostativo è come una condanna a morte. *Per alcuni detenuti è “una condanna a morte al rallentatore”.
In tutti i paesi nel mondo, il condannato alla pena dell'ergastolo ha la speranza, o una possibilità di poter uscire, in Italia questo non avviene. Chi è condannato alll'ergastolo ostativo per “reati associativi” (divieto di concessione di benefici: art. 4 bis . n. 354 del 1975) non potrà mai uscire se non collabora con la giustizia. Non sempre quando un ergastolano non diventa “collaboratore di giustizia” è per omertà, ma anche per ignoranza, per paura, o perché non vuole mettere qualcun altro al suo posto.

Le persone condannate all'ergastolo ostativo, anche quando scontato 20-30 anni di reclusione e hanno realizzato una radicale trasformazione interiore, NON POTRANNO USCIRE VERAMENTE

MAI DAL CARCERE e, dunque, viene a morire il fine educativo della pena (Art. 27 della nostra Costituzione “Le pene devono tendere alla rieducazione del condannato”)
Nessuno è colpevole per sempre.

Ci sono recinti circondati da filo spinati. Mondi in riserva, fuori dallo sguardo. Ci sono persone che non esistono, perché i più non “pronunciano” il loro nome. E ciò che non nomini lo consacri all'oblio. Paria nello stesso mondo del carcere. Paria tra i paria. Per la vulgata dominante l'ergastolo effettivo non esiste, tra permessi e benefici, nel tempo prima o poi si esce.
Ma questo non avviene con l'ergastolo ostativo. Chi è condannato ad esso rischia davvero di uscire solamente morto. Dietro quelle sbarre ci sono uomini che non vogliono essere schiacciati dal silenzio, che hanno qualcosa da tirare fuori. Questo blog vuole essere un ponte per la loro vita, per i loro drammi, per la loro anima.

disegno di Pierdonato Zito, ergastolano

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