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Scritto da nel Numero 65 - 1 Dicembre 2009, Scienza | 0 commenti

Un genio scorbutico

1642, un anno emblematico per la scienza moderna. Confinato dall'inquisizione nella sua casa di Arcetri si spegneva, cieco e amareggiato, Galileo Galilei. Nel dicembre dello stesso anno a Woolsthorpe, in Inghilterra, nasceva Isaac Newton, uno dei maggiori fisici e matematici di ogni tempo.
Durante l'infanzia, il futuro scopritore della legge di gravitazione universale non diede dimostrazioni del suo genio. Era un bambino timido e malaticcio con un rendimento scolastico mediocre.
Ma la determinazione del giovane Isaac cominciò a manifestarsi quando, dopo essere stato malmenato da un compagno di classe, lo sfidò a un incontro di pugilato dandogliele di santa ragione. Dopo l'affermazione sul piano fisico, Newton completò la sua vittoria anche su quello intellettuale, il suo avversario era uno dei migliori studenti della scuola, studiando fino a diventare il primo della classe.
A 18 anni, contrariamente ai desideri della madre, che voleva diventasse fattore nell'azienda agricola paterna, Isaac decise di iscriversi al Trinity College di Cambridge.
Nel 1665, dopo aver conseguito la laurea in arte e letteratura, il giovane era intenzionato a proseguire gli studi, ma un evento drammatico cambiò i suoi progetti. Nell'estate di quell'anno a Londra scoppiò una pestilenza che impose la chiusura dell'università.
Newton rientrò a Woolsthorpe, dove rimase per i diciotto mesi successivi.
Quell'anno e mezzo trascorso in campagna, fu il più importante della sua vita.
In quel periodo il giovane scienziato concepì le idee che ne hanno fatto un grande della fisica.
“ Nel mese di maggio, scoprii il metodo delle tangenti…in novembre il metodo delle flussioni (l'odierno calcolo differenziale). Nell'anno successivo, in gennaio, trovai la teoria dei colori, mentre nel mese di maggio dello stesso anno gettai le basi del calcolo delle flussioni inverse (il calcolo integrale). Nello stesso anno cominciai a occuparmi della gravità…”
Rientrato a Cambridge nel 1667, Newton si dedicò allo sviluppo delle intuizioni che aveva avuto a Woolsthorpe. Il suo talento gli fruttò, dopo due anni, la cattedra di matematica all'università che lo aveva visto studente.
A consolidare la fama di Newton fu la sua elezione, appena trentenne, a membro della Royal Society, il massimo onore scientifico in Inghilterra.
A fronte di tanto genio stava un carattere tutt'altro che facile, sono rimasti celebri i suoi litigi con altri scienziati del calibro di Hooke, Leibniz e Huygens.
Era anche molto diffidente, tanto che attese quasi venti anni prima di pubblicare i “Philosophiae naturalis principia mathematica”, il suo capolavoro indiscusso. Il testo raccoglie i risultati delle sue indagini meccaniche e astronomiche, oltre a gettare le basi del calcolo infinitesimale.
Oltre allo straordinario talento scientifico, Newton non mancava di senso pratico. Così, poco più che cinquantenne, si ritirò dalla vita accademica per dedicarsi al più remunerativo incarico di Direttore della Zecca di Londra.

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