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Scritto da nel Numero 65 - 1 Dicembre 2009, Tempo e spazio liberi | 0 commenti

Il sogno americano

La recente notizia, che lo scorso 10 novembre il 21 enne Joseph Cada, si sia aggiudicato il braccialetto più importante della World Series Of Poker 2009, e i relativi 8,5 milioni di dollari spettanti al vincitore, hanno reso, se possibile, ancora più popolare il gioco del momento, ovvero il texas hold'em. Il giovane, dopo aver sbaragliato una concorrenza di circa 500 avversari, si è seduto per nulla intimorito al tavolo finale, e baciato dalla fortuna, ha deciso di giocarsi tutto nella mano decisiva, grazie alle coppia di nove servita in apertura.
Da alcuni anni, questa variante del poker europeo, quello tradizionale a cinque carte coperte, grazie ai siti internet e a numerose sale da gioco più o meno legali, è sbarcato in Italia ottenendo una grande diffusione, grazie anche, a icone cinematografiche come Matt Damon, che nel film “il giocatore” ha fornito un'immagine romantica, sebbene non realistica, della realtà della bisca.
E'interessante notare, come in una città di piccole dimensioni come Bologna, ad esempio, si contino sicuramente almeno cinque “bische legalizzate” nascoste dietro portoni anonimi, dove i giocatori possono darsi appuntamenti settimanali in alcune serate fisse. La legalità di tali tornei, denominati di poker sportivo, consisterebbe nel fatto, che tutti i giocatori inizialmente si siedano al tavolo verde spendendo una cifra fissa, talvolta particolarmente impegnativa; tuttavia, in seguito le condizioni di gioco dovrebbero essere perfettamente paritarie, in quanto i partecipanti rischiano lo stesso numero di chips, essendo teoricamente vietati i re-buy.
E' proprio su tale aspetto delle condizioni paritarie, e della riscossione altamente teorica di premi non in denaro, che è iniziato lo sdoganamento del gioco d'azzardo nella legislazione italiana.
In ogni caso, è bene precisare che per parlare di regole, in un mondo ancora largamente clandestino, l'uso del condizionale è d'obbligo
Per i detrattori, il texas hold'em comunemente detto texana, è un gioco, che in quanto permeato di statistica, non riveste nell'immaginario lo stesso fascino delle cinque carte coperte, dove l'aspetto psicologico, ma soprattutto economico è preponderante. Tuttavia, è in parte grazie a tali calcoli matematici, che per certi versi la texana può essere accostata a giochi maggiormente razionali, come il backgammon o gli scacchi: non è dunque un caso, che ai tavoli delle finali mondiali, a parte qualche outsider dell'ultima ora, siedano a rotazione, più o meno sempre gli stessi giocatori.
Da tali considerazioni, partendo sempre dall'assunto che nei giochi di carte la sorte abbia sempre una funzione di primaria importanza, si può comunque notare come, a differenza delle lotterie di stato pienamente legalizzate (lotto e gratta e vinci), nel texas hold'em l'abilità ed il ragionamento continuino ad essere elementi imprescindibili per evitare di essere l'agnello sacrificale presente su ogni tavolo. Ed è proprio su tali capacità e sulla lucidità necessaria per affrontare estenuanti partite che a volte durano più giorni, che l'ex programmatore Barry Greenstein, laureatosi all' University of Illinois, è potuto diventare uno dei giocatori di poker più forte di tutti i tempi. La leggenda di Greenstein, denominato il Robin Hood del tavolo verde, è ogni anno rinverdita grazie alla scelta fatta da quest'ultimo di donare integralmente le vincite al tavolo verde, che per inciso ammontano a svariati milioni di dollari, all'associazione benefica Children Incorporated.
Sembra quasi, per dare ragione all'indimenticato De Andrè, che talvolta possono nascere fiori anche da un ambiente solitamente cinico e crudele, dove ogni giorno s'inscena un'allegoria della guerra, combattuta da quei soldatini chiamati fiches.

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