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Scritto da nel Media e Cultura, Numero 63 - 1 Ottobre 2009 | 2 commenti

Baarìa. Storia d'Italia per (sole) anime ingenue

Era l'inizio di Settembre quando Berlusconi si trovava, se possibile, ancora più nei guai che adesso: almeno, adesso l'ha ricevuto il Papa. Il suo consenso tra le genti era così basso, che a molti tra gli intellettuali avrebbe dato fastidio vedere il proprio nome, o peggio, la propria vita artistica e la propria creatività, associate a quelle del Presidente del Consiglio; così, quando da patron di fatto di Medusa, il nostro beneamato ha espresso lodi al film Baarìa ("capolavoro", secondo il Presidente, che ha rivendicato di avere una sensibilità simile a quella di Tornatore), il regista si è affancendato a profondersi in dichiarazioni ora a questo ora a quel giornale, mettendo ben in chiaro che l'approvazione non era stata richiesta, e sottolineando ancora di più, se necessario, quell'aspetto problematico e contraddittorio del cinema, quanto di altre facce della cultura popolare dell'Italia di oggi: esse appartengono a Berlusconi stesso, egli le finanzia, le produce e, di fatto, le possiede.

Ad ogni modo il principale problema di Baarìa non è di appartenere, come quasi tutto in Italia, al Cavaliere, ma di essere un film poco interessante. Tornatore ha firmato dei capolavori e probabilmente non sarebbe capace di dirigere un film inguardabile, ma questo colossal che ha impiegato decine di grandi nomi della cultura – popolare, appunto – italiana, che è costato 25 milioni di euro ed è stato girato in una Bagheria interamente ricostruita a Tunisi (dove Berlusconi guarda caso partecipa all'azionariato di Nessma TV), delude quanto mai le attese, annoia lo spettatore nel secondo tempo e, giustamente, resta a bocca asciutta anche a Venezia. Le critiche che si potrebbero rivolgere a quest'opera sono molte: tutto è già  stato visto, e girato, tale e quale, in Nuovo Cinema Paradiso, I cento passi, La meglio gioventù e mille altri film; la durata – 150 minuti -  è eccessiva; la caratterizzazione dei personaggi non trova uno sbocco, una via di crescita, e l'autore sembra allontanarsene proprio quando, dopo una lunghissima introduzione con troppi sbalzi temporali, il pubblico si appassiona alle loro vicende; senza dimenticare l'accusa non secondaria, mossa dai gruppi animalisti, di avere utilizzato un vero vitello per una scena di sgozzamento, in barba alle ormai più consolidate tradizioni del pet-friendly al cinema. Ma dobbiamo ricordare che persino i geni come Stanley Kubrick dovevano sottostare alle leggi di mercato, e produrre un film ogni n. anni, che il progetto fosse interessante o meno; Tornatore solo tre anni fa ci ha regalato quel film eccezionale che è stato La sconosciuta, ma quest'anno la sua straordinaria interprete, la russa Xenia Rappoport, si mangia in un sol boccone l'intero cast di Baarìa e vince al Lido la Palma d'oro come miglior attrice con il piccolo La doppia ora; perdoniamo al regista il passo falso.

Quel che non gli perdoniamo è di non essere riuscito a dare una rappresentazione dell'Italia che si discostasse un poco da quanto concesso dalle policy berlusconiane, e qui torna sì, il problema del finanziamento: così nello scorcio della Sicilia che fu, i mafiosi vengono nascosti dietro ricordi di infanzia e caroselli; i comunisti muoiono di fame in allegria, i bambini prendono le botte col sorriso, e non una riflessione approfondita è permessa da una storia che vuole raccontare il tutto, senza però addentrarsi in niente. Così il film è superficiale, incoerente, contraddittorio, come contraddittorio è il cinema italiano, ostaggio nelle mani dei soli – Berlusconi e famiglia – che abbiano un budget per farlo funzionare.

Ed eccoli qui: la squadra. Un altro biasimo che muoviamo a Baarìa, infatti, e lo facciamo seppur certamente nessuno del cast artistico ne sia responsabile, è il conseguente sbarco in Laguna, sul tappeto rosso che ha aperto la Mostra, dell'intera orda di cafones di Medusa e del Governo, in seduta congiunta e in pompa magna. Alcuni anni fa, lavoravo allora per uno stand presso la Mostra, pagammo 24 euro per due spritz, pur di sederci al bar dell'Excelsior di fianco a Quentin Tarantino: ma era Quentin Tarantino. Quest'anno, dal red carpet della diretta Sky, ho dovuto assistere a Sandro Bondi e compagna, Briatore e signora (è Elisabetta Gregoraci, una di quelle dei bei tempi in cui c'era ancora solo Vallettopoli), Afef direttamente dalle pubblicità  della Oréal, Simona Ventura mezza nuda in un abito disegnato per ragazzine dalla metà dei suoi anni; più avanti sarebbero arrivati anche la piccola Noemi Letizia in cerca della sua strada, e Chavez venerato da una sinistra a sua volta quanto mai ignorante e incosciente dei pericoli della demogagia; e infine Pier Silvio Berlusconi, il figlio di Silvio, con la fidanzata, Silvia. Cos'hanno a che fare questi personaggi con l'arte cinematografica? Poco o niente, a parte i soldi: come Tornatore con le lodi di Berlusconi, appunto. Ha detto il premier: "attraverso la storia di una famiglia si riassume la storia italiana degli ultimi settant'anni". Mafia di stato, Mangano e P2 a parte, ovviamente: la storia d'Italia come Berlusconi la vorrebbe riscrivere per convenienza, piuttosto, o quelli come Tornatore per disperazione, forse.

2 Commenti

  1. cara Valentina, la tua recensione mi mette in bilico..non ho ancora visto Baaria, ma prima di leggere il tuo articolo non mi aspettavo un capolavoro ma un film gradevole, da vedere..adesso mi chiedo se ne vale la pena..lo consigli comunque o c'è di meglio?
    ciao

  2. Lo consiglio al massimo in dvd: ripeto, non è un film inguardabile, ma la possibilità di fermarlo a metà e spezzare un po' l'intreminabile maratona non sarebbe stata male…
    Sono un po' indietro con le visioni, ma pare che i “Bastardi senza gloria” di Tarantino sia eccellente… un consiglio però, cercalo in lingua originale, perchè molte gag sono basate sulle confusioni linguistiche. Se non lo trovi in versione originale al cinema, mi permetto di fare pubblicità a un ottimo sito per gli amanti dei film in lingua: Graboid, un sito canadese, permette di scaricare legalmente fino a 10.000 mega al mese, con un archivio bello grande tra film e serie tv, e a prezzi davvero irrisori (poco più di 3 dollari americani). Buona visione!

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