Assaggi estivi
Nel numero in cui l'Arengo consiglia letture per accompagnare l'estate, ci sembra giusto nella Cantina segnalare più che letture vini da assaggiare, ovviamente proseguendo nel percorso che ci porta alla riscoperta dei vitigni autoctoni.
Qui di seguito vi segnaliamo due vini, agli antipodi dello stivale, assaggiati da un nuovo collaboratore della Cantina.
Susumaniello
(Nomas 2004, IGT, Lomazzi e Sarli, 14.5%)
E' un vitigno autoctono dell'Alto Salento, dal nome facilmente ricordabile che probabilmente dalla grande capacità produttiva di questo vitigno, in grado di “caricarsi come un somarello”. La versione proposta da Lomazzi e Sarli (16 euro), con intera maturazione in acciaio, rappresenta un'eccezione per questo vitigno che solitamente non viene mai vinificato in purezza, ma mescolato con altre uve locali.
Si presenta con un colore rosso rubino intenso, quasi impenetrabile e con una discreta consistenza. Al naso evidenzia una grande intensità e profumi che variano dall'amarena cotta, alla prugna, la liquirizia e un'interessante nota di oliva. In bocca i tannini sono molto smorzati, lasciando il posto a una elegante mineralità e a una inattesa e pacata freschezza.
Decisamente persistente si consiglia di servirlo tra i 16-18 gradi e di accompagnarlo con piatti di buona struttura come le zampine (salsicce) in umido o uno dei tanti salumi di Faeto o della Daunia.
Carica l'Asino
(Carialoso 2007,Vino da Tavola, Marenco Vini, 12%)
Nella terra dei vini rossi per eccellenza un piccolo posto è riservato a questo vitigno autoctono a bacca bianca, che già dal nome rievoca atmosfere e storie di un passato in cui i contadini-vignaioli caricavano il dorso dell'asino per trasportare l'uva.
Vitigno di origine ligure, la sua coltivazione è stata quasi distrutta dalla piaga della filossera e oggi ha trovato un terreno d'elezione in provincia di Novara e Alessandria. Lo abbiamo assaggiato nella versione proposta da Marenco (8 euro): 4 mesi di maturazione in acciaio e un colore giallo paglierino decisamente brillante. Il profumo è intenso con una spiccata nota di frutta esotica e fiori bianchi, mentre in bocca si distingue per una buona acidità e freschezza.
Va servito intorno agli 8-10 gradi e consumato entro due anni dalla vendemmia. Si abbina bene con carni bianche e piatti di pesce anche della tradizione locale come le varie preparazioni con le acciughe, bagna cauda in primis. Anche con carni bianche e piatti di pesce.
Qui di seguito vi segnaliamo due vini, agli antipodi dello stivale, assaggiati da un nuovo collaboratore della Cantina.
Susumaniello
(Nomas 2004, IGT, Lomazzi e Sarli, 14.5%)
E' un vitigno autoctono dell'Alto Salento, dal nome facilmente ricordabile che probabilmente dalla grande capacità produttiva di questo vitigno, in grado di “caricarsi come un somarello”. La versione proposta da Lomazzi e Sarli (16 euro), con intera maturazione in acciaio, rappresenta un'eccezione per questo vitigno che solitamente non viene mai vinificato in purezza, ma mescolato con altre uve locali.
Si presenta con un colore rosso rubino intenso, quasi impenetrabile e con una discreta consistenza. Al naso evidenzia una grande intensità e profumi che variano dall'amarena cotta, alla prugna, la liquirizia e un'interessante nota di oliva. In bocca i tannini sono molto smorzati, lasciando il posto a una elegante mineralità e a una inattesa e pacata freschezza.
Decisamente persistente si consiglia di servirlo tra i 16-18 gradi e di accompagnarlo con piatti di buona struttura come le zampine (salsicce) in umido o uno dei tanti salumi di Faeto o della Daunia.
Carica l'Asino
(Carialoso 2007,Vino da Tavola, Marenco Vini, 12%)
Nella terra dei vini rossi per eccellenza un piccolo posto è riservato a questo vitigno autoctono a bacca bianca, che già dal nome rievoca atmosfere e storie di un passato in cui i contadini-vignaioli caricavano il dorso dell'asino per trasportare l'uva.
Vitigno di origine ligure, la sua coltivazione è stata quasi distrutta dalla piaga della filossera e oggi ha trovato un terreno d'elezione in provincia di Novara e Alessandria. Lo abbiamo assaggiato nella versione proposta da Marenco (8 euro): 4 mesi di maturazione in acciaio e un colore giallo paglierino decisamente brillante. Il profumo è intenso con una spiccata nota di frutta esotica e fiori bianchi, mentre in bocca si distingue per una buona acidità e freschezza.
Va servito intorno agli 8-10 gradi e consumato entro due anni dalla vendemmia. Si abbina bene con carni bianche e piatti di pesce anche della tradizione locale come le varie preparazioni con le acciughe, bagna cauda in primis. Anche con carni bianche e piatti di pesce.