Impeachment all'italiana? Impossibile.
Negli ultimi giorni mi ha lasciato alquanto perplessa la vicenda della bionda Noemi Letizia, la giovane napoletana della porta accanto che ha ricevuto una visita del Presidente del Consiglio alla festa per giovinastri del suo diciottesimo compleanno. La notizia si è sparsa nella mattinata di martedì, grazie a un articoletto di Repubblica che raccontava semplicemente l'ennesima comparsata del premier, fresco di interpretazione partigiana, a scapito di impegni più seri come la situazione dei rifiuti.
La faccenda sarebbe stata dimenticata, se il giorno dopo la ragazza non avesse rilasciato una stupefacente intervista al Corriere delle Sera. “Un regalo più bello papi non poteva farmelo. Quando l'ho visto non riuscivo a crederci, sono stata troppo felice”, si confida, e racconta ancora: “vado a trovarlo a Roma o a Milano, perché mica può venire sempre lui qui, con tutte le cose che ha da fare”. Mostra un regalo del Presidente del Consiglio – un ciondolo d'oro e diamanti – e legge la sua dedica su un libro: “alla mia piccola Noemi, alla mia piccola grafica pubblicitaria dal suo papino putativo”. Lo stesso giorno, in uno dei suoi sfoghi pubblici contro il marito, Veronica Lario commenta l'improvvisata di Berlusconi al party di Noemi: “la cosa ha sorpreso molto anche me, anche perché non è mai venuto a nessun diciottesimo dei suoi figli pur essendo stato invitato”.
Dopo altre 24 ore, cioè la mattina del 30 Aprile, su La Stampa compare finalmente una dichiarazione dello stesso Berlusconi, che forse memore delle recenti proposte di candidature femminili alle Europee, affinché non ci siano dubbi sulla sua virtù, si schernisce: “se fosse stata una cosa piccante sarei andato in mezzo alla gente a farmi delle foto?”
Ora. Benché sia sempre importante denunciare le situazioni morbose dal punto di vista sessuale, e benché sia sempre un piacere scrivere male del Cavaliere, l'idea di questo settantatreenne dalle fattezze ormai plastiche, invischiato in faccende piccanti con una ragazzina che fino a l'altroieri era minorenne, sfida non solo le leggi dell'invecchiamento, ma anche il pessimo gusto. Nel silenzio tipico degli stati di shock, che spesso seguono le sparate berlusconiane, il Paese si raccoglie attonito di fronte al sospetto più ovvio che viene in mente a chiunque legga della vicenda – e veda le foto della ragazza – ma che nessuno si azzarda a dire. Insomma, lo chiama “Papi”.
In un'Italia utopica, potremmo pensare che un'eventuale paternità illegittima del capo del Governo possa essere roba che scotta, o che, perlomeno, qualcuno prima o poi gli chieda a chiare lettere una conferma o una smentita. Negli Stati Uniti, Clinton ha perso la fiducia del suo elettorato per molto meno: si ricorderà come l'ex presidente fu accusato non tanto di essersi lasciato andare ad amore libero con la Lewinsky, quanto di aver mentito nel negare il fatto. E non avrebbe dunque mentito anche il Cavaliere, quando nei volumetti “Una storia italiana” raccontava dei suoi figli, omettendone una?
Sappiamo bene, però, che nessuno più si stupisce che Berlusconi menta; e non possiamo aspettarci nemmeno una reazione dal mondo cattolico, se l'Udc di Casini, come aveva fatto notare, con amaro spasso del suo pubblico, Marco Travaglio, fino a ieri aveva intenzione di candidare il libertino Vittorio Sgarbi alle Europee. Anche noi, acerrimi nemici del Primo Ministro, ci rendiamo conto che dopo tutti i mali perpetrati da Berlusconi al paese, una figlia non sarebbe certo una circostanza utile a giudicarlo.
Varrebbe però la pena di tenere a mente questa storia, e Noemi, qualora fra cinque o dieci anni la giovane venga spacciata in politica come la paladina della meritocrazia, o peggio ancora della novità e del rinnovamento. Se la sorella di Berlusconi si chiamava Maria Antonietta, possiamo ben immaginare con quanto ardore vivesse l'ideale della democrazia rappresentativa, nella famiglia che ha dato i natali alla tessera numero 1816 della P2.
Un breve aggiornamento. Sembra che nell'annunciare il divorzio, Veronica Lario abbia commentato, riferendosi a Noemi: “Non posso stare con un uomo che frequenta le minorenni… magari fosse sua figlia” (Marco Travaglio sull'Unità del 4 Maggio).
Se mi fossi sbagliata nel pensar bene del Cavaliere, non ci sarebbe occasione migliore per felicitarmi del mio stesso errore: che possa essere questa la proverbiale buccia di Banana?
Mi appello ai politici dell'opposizione perché venga sollevata la questione in Parlamento e si chiarisca come mai la moglie di Berlusconi parli di frequentazioni di minorenni. Siamo liberi di chiedere informazioni e di scriverne, perché quando si tratta di un personaggio pubblico, per legge le esigenze di privacy vengono in secondo piano rispetto al diritto dei cittadini di conoscere fatti e circostanze sui personaggi che dovrebbero rappresentarli anche da un punto di vista etico.
Soprattutto se tali fatti consistono in avventure sessuali con delle diciassettenni, consenzienti o meno: ricordiamoci che persino Al Capone è caduto per un'evasione fiscale.
a me sembra una vera montatura fatta per parlare d'altro..
Come al solito l'ordine del giorno di discussione sui media lo fa il signor Berlusconi..lui lancia il bastone ed ecco l'opinione pubblica a corrergli dietro, mettendo in secondo piano tutto il resto.
sulla questione della privacy non condivido in pineo..certo se la vita privata comporta dell'illegalità è un altro discorso (ma qui sta ai magistrati e non al parlamento fare chiarezza)..io sarei per giudicare i personaggi pubblici in base alla loro attività pubblica, e non privata..
L'idea del mascheramento di qualcos'altro mi interessa: secondo te di cosa? Io non penso che la notizia sia venuta fuori da Berlusconi (almeno, io l'ho vista per la prima volta su Repubblica e non su Studio Aperto), mi pare piuttosto che gli sia sfuggita di mano. Sulla Lario lungi da me farne un'eroina del femminismo o un'icona dello stile, ma mi interesserebbe sapere come mai una donna che si presume conosca il premier abbastanza bene dichiari che lo stesso frequenta delle ragazzine. Sarà vero? In tal caso, cioè sul tema comportamento publico/vita privata, mi permetto di dissentire, perchè non è una questione di opinioni ma di leggi sulla stampa: per le quali, appunto, il diritto alla riservatezza di un personaggio pubblico è secondario rispetto al diritto dei cittadini di sapere come sono veramente le persone che li rappresentano. Il senso della normativa è, per esempio, che se un elettore cattolico vota Berlusconi credendolo rappresentante di certi ideali (per quanto moralisti o antiquati), ha il diritto di sapere se l'immagine pubblica del personaggio in questione coincide effettivamente con il vero del privato.
In Parlamento si potrebbe discutere la vita privata del Premier? Esistono norme che lo impediscono? Se fosse possibile, andrebbe fatto: credo ancora che, se avessimo una sinistra più combattiva, questo caso potrebbe essere oggettivamente “ghiotto” per chi volesse far perdere popolarità al premier, vista anche l'onda irrestistibile che la notizia ha generato su Internet (un mezzo che, forse, il Cavaliere potrebbe non saper padroneggiare tanto bene quanto la tv, ormai sua). Sempre nel rispetto delle leggi, e anche quando l'idiozia dei tempi dovesse costringere l'opposizione politica ed ideologica ad abbassarsi a sciocchezze – rispetto al passato giuridico del premier – come la faccenda di Noemi o delle veline, dovremmo comunque ricordarci che, in certi casi, il fine giustifica i mezzi.