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Scritto da nel Letteratura e Filosofia, Numero 57 - 16 Marzo 2009 | 0 commenti

Pornografia alla ribalta

Se gli omicidi o le ammazzatine, come scriverebbe Andrea Camilleri, continuano a godere di un certo fascino a livello cinematografico, la stessa sorte non si può certo attribuire al bistrattato genere pornografico.

Mentre una schiera compatta di benpensanti cataloga la cinematografia a luci rosse come un genere da pervertiti o al più da frustrati, questa, a prescindere dai giudizi morali, gode di ottima salute, e grazie a internet, di una diffusione neanche immaginabile fino a pochi anni or sono. In tale prospettiva, è facile rilevare che nonostante una crisi conclamata capace di interessare i più svariati settori produttivi, l'industria del porno continua imperterrita ad ampliare i propri cataloghi e conseguentemente il proprio volume di affari.

È sufficiente una fugace incursione nel mondo telematico per afferrare immediatamente questa continua proliferazione: accanto ai tradizionali programmi di file-sharing, dove da sempre il porno utilizza corsie preferenziali, in questi ultimi tempi stanno avendo un successo planetario siti come red tube, o you porn, cugino svestito del più celebre you tube. L'offerta di tali siti, anche se di diverso genere, è del tutto simile ai canali di promozione del cinema classico, infatti, dopo una prima fruizione gratuita delle anteprime, l'utente può scegliere di acquistare in un secondo tempo l'intero film, visto che difficilmente lo proietteranno in qualche cinema.

Accanto alla produzione industriale, e quindi al business in senso stretto, come in tutte le produzioni umane esiste il livello amatoriale, portato appunto alla ribalta da siti come you porn, dove i film sono sostituiti da brevi performance di attori improbabili, animati, come gli amanti di you tube, dal desiderio di apparire. I motivi di questo incredibile successo del porno sono molteplici e le sfumature variegate: in primo luogo, se vittorianamente le virtù sono pubbliche e i vizi privati, l'aspetto domestico consente di evitare quella forma d'imbarazzo che solitamente accompagnava i cosiddetti acquirenti da giornalaio, mentre l'enorme diffusione e la possibilità di scelta pressoché illimitata a costi esigui, se non del tutto gratuita, contribuisce al reclutamento quotidiano di nuovi estimatori.

È forse dall'insieme di tali paradossi che scaturisce un'industria florida, denigrata pubblicamente ma in fondo non proprio disprezzata, dove i cataloghi si arricchiscono quotidianamente, e dove, come è emerso da svariati programmi d'approfondimento o varietà, un rilevante numero d'insospettabili, a prescindere dalla totale mancanza del physique du role, desidera cimentarsi davanti alla telemacamera per immortalare le proprie performance amorose, spesso, con risultati non propriamente degni di un Rocco Siffredi.

Premesso che ognuno è ovviamente libero di considerare la pornografia nella maniera che più lo aggrada: genere da pervertiti, forma d'arte dove rincorrere l'armonia della fusione dei corpi, o più semplicemente un innocuo trastullo personale, non si può comunque prescindere da un dato che nella sua realtà emerge cristallino, ovvero la perenne attualità e salute che dai tempi più remoti ha accompagnato la diffusione di questo genere: dalla latinità di Marziale e Catullo, passando per l'Aretino e Stecchetti, senza dimenticare le battaglie di Larry Flynt, con buona pace dei detrattori, le orge e i corpi avvinghiati continueranno a occupare i monitor, le televisioni e numerose pagine nei romanzi di genere.

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