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Scritto da nel Numero 54 - 1 Febbraio 2009, Scienza | 4 commenti

Se Darwin vivesse più di Adamo

Capita talvolta di leggere articoli di giornale in cui all'improvviso un errore di ortografia o di grammatica spezza l'attenzione. Il lettore deve tornare da capo, capire dove stia il refuso, cosa davvero l'autore volesse dire, ricostruire la frase; in certi casi, a quel punto, la concentrazione è già stata interrotta e si fatica a proseguire. Se l'episodio si ripete lungo lo stesso pezzo, è probabile che si volti pagina e si passi ad un altro articolo. Al lettore è stata chiesta troppa pazienza; il testo frammentato perde di interesse e affatica la riflessione.

Qualche tempo fa, riordinando la libreria di casa, sono incappata in una bella versione della Bibbia, di quelle polverose con qualche decennio sulle spalle, con grandi pagine illustrate e note al testo, scritte da un egregio e rinomato funzionario della Chiesa. Mi addentrai nella Genesi, ma ho dovuto interrompere la mia lettura già al libro della genealogia di Adamo. Qui si racconta che Adamo visse novecentotrenta anni, Seth novecentododici, Enos novecentocinque, Kenan novecentodieci e così via. Mi domandai perché, metaforicamente, questi personaggi venissero descritti così longevi. Con mia grande sorpresa il commentatore ipotizzava che Adamo fosse vissuto davvero novecentotrenta anni. La sua spiegazione era che a quei tempi le migliori condizioni climatiche favorivano la salute. Mi era stata chiesta troppa pazienza, chiusi il libro.

Scienza e religione non sono mai andate a braccetto, ma agli occhi di un ateo è ancora stupefacente la passione delle Chiese per il magico, il fantastico, l'assurdo. Svuotate della loro componente miracolosa – che pure, dal punto di vista letterario, ha creato nei millenni le più magnifiche rappresentazioni allegoriche – le religioni sembrerebbero temere per la propria popolarità e sopravvivenza, come a dire: per governare le coscienze dei bambini, servono le favole. Così, nel rispetto generalizzato per l'ignoranza imposta dall'accettazione di dogmi irrazionali, non fa scalpore la notizia che, a Genova, il Comune abbia impedito all'Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti di farsi pubblicità sugli autobus pubblici con lo slogan “La cattiva notizia è che Dio non esiste. Quella buona è che non ne hai bisogno”. Il Comune forse pensa, e forse pensa bene, che lo slogan dell'Uaar sia crudele quanto rivelare a un bambino che non esiste Babbo Natale.

Non ritengo che religiosità e spiritualità, ovvero l'immaginazione di un ordine più grande, la fiducia in una nuova vita oppure il senso di fratellanza con gli altri esseri umani, richiedano necessariamente il rifiuto delle verità proposte dalla cultura e dalla scienza. Così, credo si possa essere musulmani pur sapendo che, in origine, il divieto posto sulla carne di maiale rispondeva ad esigenze alimentari in climi estremamente caldi; oggi però esiste il frigorifero. Si può essere cristiani pur sapendo che il tabù della sessualità ha impedito a migliaia di donne, in assenza di farmaci o di scienza ginecologica, di morire per le complicazioni di una candida o di un herpes; oggi però esiste il preservativo. Da due secoli l'alfabetizzazione obbligatoria ha permesso anche alla cultura di essere di massa: tutti studiamo scienze alle scuole medie, tutti possiamo sapere che la fede richiede irrazionalità e sospensione delle conoscenze.

Così nel rispetto delle scelte di tutti, si esige però che venga rispettata anche la decisione laica di non ignorare i progressi della scienza. Si celebra il 12 Febbraio il duecentesimo anniversario della nascita di Charles Darwin, autore dell'Origine delle Specie e padre dell'evoluzionismo; assieme a Marx e Freud, fu indicato da molti come uno dei fondatori del pensiero contemporaneo (avendo scoperto le radici biologiche dell'essere umano, contemporaneamente all'individuazione marxiana delle radici economiche e a quella freudiana delle radici psichiche). Ma Darwin ha avuto ancora più fortuna degli altri studiosi, perché la discendenza dell'uomo dalla scimmia è stata dimostrata abbastanza concretamente tanto da Lucy quanto dalla scienza genetica. Non riesco a capire cosa ci sia di sbagliato nel leggere la Creazione, e interpretare il bellissimo racconto come un'allegoria del momento in cui, lungo il suo cammino da primate a uomo, un Adamo dopo l'altro abbia sviluppato la configurazione del cervello e del cranio che gli permetteva di avere un pensiero astratto e una coscienza. Non credo significhi nemmeno negare Dio: significa solo negare l'impossibile. Eppure, sono ancora quanto mai arzille le lobby che, soprattutto in America, cercano di imporre nelle scuole il creazionismo o di cancellare Darwin dai libri di testo. Parlando di radici e di padri della modernità, si ricordi che nessuna casa, e nessun pensiero moderno, possono essere solidi senza fondamenta. E se la Chiesa, custode di verità e segreti, non ritiene ancora l'uomo adatto ad affrontare tutte le risposte, è vero però che sempre più uomini si troveranno nelle condizioni culturali di affrontare tutte le domande.

4 Commenti

  1. commento fuori tema, e un po' antipatico, ma mi conosci: il secondo paragrafo l'hai scritto per mettere alla prova la pazienza del lettore, come illustrato nel primo? una decade sono dieci giorni (e chiedendomi quanta polvere si sia accomulata sulla tua bibbia in una decina di giorni, già mi distraggo!); e poi, dai, insistevano tanto, alle elementari, perché non alternassimo passato remoto e passato prossimo… a me suona ancora abbastanza male…

  2. Svista corretta :) errore fruediano?
    su passato remoto e prossimo invece c'è del ragionamento dietro. Dai,anche un po' di sperimentazione ogni tanto…

  3. ci voleva qualcuno che prendesse le parti dell'UAAR..anche io rimasi scandalizzato del divieto imposto a Genova…un'idea, perchè non gli fate fare pubblicità sull'arengo?

  4. grande Vale, articolo super meritevole, bella l'idea della radice, una e trina, e dell'elogio a preservativo e del figrorifero..viva la carne di maiale, mi fermo qui..manteniamo un certo decoro

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