Lettera ad un professoresso
Caro professore,
le aule gremite di studenti pronti a pendere dalle Sue labbra – ripagati, ampiamente ripagati! – possono generare qualche vaga sensazione di onnipotenza. Come Lei stesso, scherzosamente ma non troppo, ammise durante una delle decine di iniziative extra-universitarie a cui è stato invitato, quando parla in pubblico ha il complesso di Bono Vox: si imbarazza a sentire la Sua voce risuonare tra pochi, non è abituato ad esibirsi di fronte a meno di 40mila persone.
Non si contano ormai nemmeno più le Sue incursioni televisive, le interviste, gli editoriali, le fellowships ad Oxford ed a Buenos Aires, gli onori della lectio magistralis alla società Italiana di Scienza Politica, fino ai più modesti (per pubblico, non per ambizioni) interventi da semplice iscritto nella Sezione DS del quartiere Porto. Insomma, alla tenera età di 67 anni, pare naturale chiedersi cosa più una persona come Lei posso chiedere da se stessa.
La ringrazio per la pronta risposta fornita: candidarsi a Sindaco di Bologna!
Ora, come proprio Lei mi insegna, le elezioni sono una cosa seria per la vita democratica di una comunità. Si figuri per la città di Bologna e per l’elettorato di centro-sinistra, entrambi – ma soprattutto il secondo – profondamente feriti dall’atteggiamento sprezzante del Sindaco uscente, rivelatosi la quintessenza dell’arroganza del potere. Il pungente commentatore Gianfranco Pasquino non ha mai risparmiato le critiche a Sergio Cofferati, ne ha avuto ben ragione.
Poi capita che per i casi della vita uno finisca per convincersi che la propria sagacia di analista sia in grado di trasbordare nella capacità di governare: poiché nessuno qui è convinto che uno dei padri della scienza politica in Italia prenda la candidatura ad un’elezione istituzionale come un gioco, come un semplice disturbo istrionico alla macchinosità dei partiti locali, non è vero? Un candidato chiede il voto ai cittadini su un programma, su un insieme di proposte politiche, che si impegna a realizzare nel caso venga effettivamente eletto Sindaco, sbaglio professore?
Consulto il Suo sito www.gianfrancopasquino.it/ da circa due settimane, alla ricerca dei punti programmatici che contraddistinguono la Sua candidatura dalle altre. Si promuovono tre punti generali che si mantengono sul vago (Bologna più vostra, più grande e più dotta), conditi da una perla come “governare con un pizzico di humor”. Per il resto, il sito è un profluvio di Suoi articoli di analisi politica che sparano sulla Croce Rossa (gli affanni del Partito Democratico) con ben pochi riferimenti ai problemi cronici che affliggono la città di Bologna.
Sorge, insomma, il sospetto che la Sua candidatura si ponga più come un’operazione di polemica politica nei confronti del Partito Democratico, di cui Lei è sempre stato un profondo critico, piuttosto che di reali contenuti programmatici per Bologna. Iniziativa legittima, per carità, ma improntata ad un protagonismo personale di cui questa città non ha granché bisogno proprio dopo la disastrosa performance di Cofferati. Dopo l’arroganza del potere, cadere nell’arroganza del sapere agli elettori bolognesi di sinistra non interessa proprio.
Proprio adesso mi ricordo una famosa massima di Anthony Downs (1957) – uno dei padri della scienza politica Americana – che Lei citava a lezione: “Non si vincono le elezioni per realizzare politiche pubbliche, ma si propongono politiche pubbliche per vincere le elezioni”. Da suo grande fan accademico, non potrei proprio sopportare che anche Lei ricadesse nel più comune cinismo politologico. Ad ogni modo, sarò ben felice che il Suo apporto alla campagna elettorale smentisca il mio scetticismo.
Cordialmente.
ehh già, la questione dei programmi sembra di nessuna importanza o interesse ai cittadini, chiamati a votare non più una proposta politica.
guai parlare di programmi, in questa campagna elettorale tanto sterile quanto più preoccupanti sono le problematiche cittadine, i media si basano solo sulla immagine dei candidati, sui loro successi perseguiti in altri ambiti.
cosa si deve fare in questa città per sapere che progetti per Bologna hanno le persone che si candidano a sindaco? l'impossibilità a trovarli è già indice sufficiente della poca serietà dei nostri candidati (chi più chi meno)
Da cittadino, penso che toccherà ai miei concittadini di Bologna decidere se
la mia, non del tutto ingiustificata, ma nient'affatto grande o esibita, “arroganza del sapere” possa anche essere tradotta in
politiche adeguate per la città. Comunque, avendo Bologna molto più di 40 mila
abitanti, mi si offre l'opporunità di fare come Bono: grande pubblico grande, se ci riuscirò,
prestazione. Quanto ai programmi, sapremmo sicuramente scriverne di bellissimi. Abbiamo
appena cominciato. Ma vogliamo farlo accogliendo suggerimenti, discutendo
con le persone, facendoci contraddire a ragion veduta, persino cercando di
“insegnare” perchè e per come. La politica, non soltanto la scienza politica,
ha una sua sana valenza pedagogica. Se ascoltiamo, se studiamo, se
interloquiamo, con spirito democratico, riusciremo tutti ad imparare.
Infine, però, non è che possiamo fare finta che in politica, come in tutte
le altre attività che coinvolgono più persone, non contino le qualità (o
l'assenza di qualità come da Bologna a Roma siamo oramai facilmente in
grado di riscontrare) di quelle persone. Magari qualcuno vorrà, anche
leggendo i miei numerosi interventi, ascoltandomi alla radio e vedendomi in
televisione, valutare la mia credibilità e eventualmente votarmi sulla base
della mia assunzione di responsabilità e della fiducia nelle mie capacità e nella mia coerenza.
Gianfranco Pasquino
La Redazione ringrazia il prof Pasquino per l'attenzione rivoltaci e rivolge i migliori auspici affinchè la sua esperienza di candidatura a sindaco possa arricchire la qualità della politica nella città di Bologna
Gentile professor Pasquino,
il suo intervento sull'Arengo è tanto inaspettato, quanto gradito. Parlo a nome personale, ma sicuro di rappresentare anche le altre persone che scrivono su questo sito, nel cogliere con grande interesse e piacere l'invito dai lei proposto. L'Arengo, giovane testa giornalistica on-line, sarebbe più che lieta di incontrarla, come Lei scrive, per una discussione e scambio di opinioni. Sarebbe una bella iniziativa atta a stimolare e valorizzare la partecipazione civile di un gruppo eterogeneo di persone accomunate dall'amore per questa città
cordialmente
Ciao a tutti,
nella mia totale ignoranza per quanto riguarda le questioni bolognesi, mi permetto di far notare che Federico dà sottilmente dell'arrogante al Professor Pasquino per essersi candidato a sindaco di Bologna senza un programma politico, mentre il candidato sindaco del PD Flavio del Bono non ha nemmeno un sito internet funzionante (per non parlare di un documento programmatico)!!!!!!!!!
Eutanasia al PD!
Saluti
Se il sito di Delbono non è funzionante fino al primo Marzo, non significa affatto che sull'Arengo non si possa discutere la candidatura di Pasquino.
Pero' mi sembra ingiusto criticare Pasquino e dargli dell'arrogante sulla base della sua mancanza di programma (e per essersi candidato solo per dar fastidio al PD), quando il PD e il suo candidato hanno fatto ancora meno…
Se si discute di un candidato, si discute usando regole uguali per tutte…non che Pasquino e' arrogante perche' si presenta senza proogramma e non si accenna al fatto che del Bono e' senza sito internet e senza programma a 3 mesi dalle elezioni.
Non ho dubbi che sull'Arengo le critiche e gli elogi saranno equamente distribuiti tra i diversi candidati nel corso di questa campagna elettorale.