Una sanguinosa campagna elettorale
Il 27 settembre scorso il Manifesto riportava un'inquietante dichiarazione del generale Diab Alì, comandante dei servizi di sicurezza in Cisgiordania: "Se Gaza resterà ribelle, il governo palestinese non avrà altra opzione che far ricorso alla forza" con l'assenso, ha precisato, di Israele, Egitto e Giordania. Che i fatti delle ultime settimane siano conseguenza di un complotto ordito ai danni di Hamas, sulla pelle dei civili di Gaza, è più che un sospetto: è sempre più diffusa l'opinione secondo la quale ANP, Egitto e Giordania abbiano chiuso un occhio sulla decisa iniziativa bellica israeliana, se non addirittura concordato alcune modalità.
L'invasione di Gaza ha il sapore di resa dei conti tra Hamas e Fatah, uscita quest'ultima sconfitta politicamente (2006) e militarmente (2007) dal confronto. La riconciliazione tra le parti è più improbabile che mai, oltretutto poco gradita a Israele, USA ed Europa che hanno finora puntato tutto sul cavallo (perdente) Abu Mazen.
Scadenze politiche sono prossime in tutta l'area con elezioni imminenti, è quindi evidente l'utilizzo del conflitto come critico strumento elettorale:
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Palestina: il mandato del presidente Abu Mazen cessa nel 2009; da gennaio Hamas non lo riconosce più come presidente ma come semplice segretario di Fatah. Da parte loro, Abu Mazen e ANP sostengono che elezioni presidenziali e politiche si debbano tenere simultaneamente nel 2010.
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Israele: fallite le trattative per un governo di coalizione condotte dalla Ministro degli Esteri Livni, Israele si avvia alle elezioni anticipate in febbraio. La guerra è ovviamente diventata il primo argomento in campagna elettorale. Gli effetti dell'intervento a Gaza sugli equilibri politici si sono fatti sentire con un forte spostamento a destra di tutti i partiti; il conflitto si sta rivelando un'ottima vetrina soprattutto per l'onnipresente Ehud Barak, Ministro della Difesa e vero artefice dell'invasione, fino a qualche settimana fa considerato un cadavere politico assieme al suo moribondo e disorganizzato Partito Laburista. Rimane comunque per il momento il testa a testa tra Kadima della Livni e il Likud di Netanyahu, quest'ultimo in flessione poiché non protagonista nel conflitto.
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Egitto: la radicalizzazione dei movimenti islamici è una seria minaccia per il presidente Mubarak, con i Fratelli Musulmani in testa; da qui l'ostilità nei confronti di Hamas, sostenuta apertamente dall'Iran di Ahmadinejad, capace di infiammare la situazione egiziana e di destabilizzare il paese politicamente e socialmente.
L'invasione di Gaza tesa a smantellare il Governo Hamas, oltre che riportare la pace lungo i confini israeliani, non sembra in grado di conseguire l'obiettivo prestabilito, anzi, il rischio è di radicalizzare ulteriormente il movimento palestinese. L'operazione "Piombo fuso" (nome ispirato al dreidel e ad una filastrocca per bambini tipica della festività della Hanukkah) ha indubbiamente indebolito in modo fatale l'apparato militare del Movimento di Resistenza Islamica, ciò non significa che l'esercito più organizzato e spregiudicato al mondo sia in grado di vincere alla fine questa guerra atipica combattuta contro un'inesauribile guerriglia. Opinione di molti analisti è che questa drammatica situazione giochi a vantaggio proprio di Hamas: vinte le elezioni nel
Quindi prioritario ed indispensabile che i Palestinesi trovino rinnovata coesione attorno ad una credibile e forte figura politica. Tra i più accreditati c'è Marwan Barghouthi: anima della Brigata dei Martiri di al-Aqsa e tra i più popolari ex esponenti di Fatah, oggi leader di al-Mustaqbal, è rinchiuso dal
Per saperne di più sulle elezioni in Israele in febbraio si consiglia:
http://knesset2009.wordpress.com/, un monitoraggio attraverso i media internazionali delle elezioni in Israele
non è facile scrivere un articolo su questa guerra rimanendo neutrali e dando una fotografia oggettiva della situazione politica.
davvero complimenti per questo articolo, capace di andare oltre la opinionistica e dare non poche informazioni spesso difficili da reperire sugli stessi giornali nazionali, molto più interessati allo scalpore o al conteggio dei morti..
complimenti
e chiaramente complimenti ai ragazzi del blog Knesset2009 dove son sicuro buona parte di queste informazioni siano state reperite