Il calcio italiano corrotto – Prima Parte
Calciopoli ( nome preso in prestito da Tangentopoli ) fu il terzo, in ordine di tempo, grande scandalo a investire il mondo del calcio italiano: il primo avvenne nel 1980 durante la stagione agonistica 1979-1980 e vide coinvolti giocatori dirigenti e società di Serie A e di Serie B che truccarono le partiìte di campionato attraverso scommesse che per la FIGC(la federazione italiana giuoco calcio) rappresentavano casi di illecito sportivo. Le società coinvolte nell'inchiesta furono Milan, Lazio, Bologna, Avellino e Perugia in Serie A, Palermo e Taranto in Serie B. Lo scandalo ebbe forse ancora più clamore perchè il 23 marzo 1980, in una normale domenica di campionato apparvero negli stadi camionette della Polizia e della Guardia di Finanza per eseguire degli ordini di cattura. Alcuni giocatori da Milano vennero portati a Roma, detenuti a Regina Coeli. Si trattava di nomi illustri: Cacciatori(Lazio), Giordano, Manfredonia e Wilson della Lazio, Albertosi e Giorgio Morini del Milan e altri, mentre ordini di comparizione furono consegnati a Paolo Rossi, Savoldi, Dossena e Damiani.
Alla fine del processo di primo grado, il 18 Maggio dello stesso anno le sentenze furono rese pubbliche dalla Commissione Disciplinare della Lega Calcio, a campionati oramai conclusi e il cui effetto ebbe inizio dal 30 Aprile; il Milan fu retrocesso in serie B insieme alla Lazio, all'Avellino, al Bologna e al Perugia, però a queste ultime tre fu data anche una penalizzazione di 5 punti da scontare nel campionato successivo di appartenenza. Per quanto riguarda i dirigenti, Felice Colombo, allora presidente del Milan, fu radiato e a Tommaso Fabbretti, presidente del Bologna dato un anno di squalifica.
Per quanto riguarda i calciatori Enrico Albertosi, del Milan, Massimo Cacciatori e Giuseppe Wilson della Lazio, furono radiati, a Stefano Pellegrini dell' Avellino fu condannato a 6 anni di carcere, Mauro Della Martina, allora giocatore del Perugia, fu condannato a 5 anni, Bruno Giordano e Lionello Manfredonia, della Lazio, furono condannati entrambi a 3 anni e 6 mesi, Carlo Petrini, in futuro autore di libri contro il doping nel calcio, e Giuseppe Savoldi del Bologna a 3 anni e 6 mesi, Paolo Rossi e Luciano Zecchini del Perugia a 3 anni, Giorgio Morini del Milan a 1 anno e 10 mesi, Franco Cordova dell'Avellino a 1 anno e 2 mesi, Stefano Chiodi del Milan a 6 mesi, Maurizio Montesi della Lazio a 4 mesi, Franco Colomba, in futuro allenatore con alterne fortune di Salernitana, Reggina e Napoli, allora giocatore del Bologna a 3 mesi e a Oscar Damiani, importante giocatore del Milan tra il 1982 e il 1984 successivamente noto procuratore sportivo, allora giocatore del Napoli a 3 mesi. Per quanto riguarda le società e i giocatori di Serie B a Palermo e Taranto furono dati 5 punti di penalizzazione, per i giocatori, Guido Magherini del Palermo ci fu la richiesta di condanna di 3 anni e 6 mesi , Lionello Massimelli del Palermo fu squalificato per 3 anni e Claudio Merlo del Lecce fu squalificato per1 anno.
La vittoria dell'Italia nei Mondiali Spagnoli del 1982 fu presa a pretesto dalla FIGC per attuare una sorta di amnistia annullando le squalifiche ai calciatori.
Quello che all'opinione pubblica sembrò un fulmine a ciel sereno, risulta però essere agli addetti ai lavori la risultante di un percorso partito parecchi anni addietro. Sarebbe stato per molti italiani la fine di una passione.
Idioti ! Massimelli Lionello non giocava nel Palermo ma nel Taranto !