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Scritto da nel Internazionale, Numero 51 - 1 Dicembre 2008 | 0 commenti

Cipro: può crollare il muro?





L'Isola di Cipro sorge in una zona strategica del Mediterraneo, punto d'incontro (e scontro) fra tre continenti. La storia ha consegnato all'Europa un'isola divisa in più parti: le due basi britanniche di Akrotiri e Dhekelia (ultimi resti della colonizzazione), la lunga e stretta buffer zone (terra di nessuno controllata dall'ONU), la Repubblica di Cipro (greca) e la Repubblica Turca di Cipro Nord.

Tensioni latenti tra la comunità greco-cipriota e turco-cipriota emersero immediatamente dopo l'indipendenza dalla Gran Bretagna (1960). Ben presto la situazione degenerò in un violento conflitto tra le due parti, giungendo nel 1974 – in seguito ad un cessate il fuoco (1964) e al colpo di stato dei colonnelli (1967) – all'invasione da parte dell'esercito turco del nord dell'isola, dando vita a due zone politicamente, etnicamente ed economicamente distinte. Emblema della divisione tra le due comunità è Ledra Street, vecchia strada centrale di Nicosia tagliata dal Muro, il cui blocco è stato riaperto lo scorso aprile.


Negli ultimi decenni si sono tenute numerose e discontinue fasi di trattativa sotto egida ONU; perché si ripone quindi così tanta fiducia nei nuovi colloqui tra i due leader, Christofias (greco-cipriota) e Talat (turco-cipriota), iniziati la scorsa estate? Cosa c'è di nuovo?

Innanzitutto oggi, rispetto al passato, l'iniziativa prende vita per volontà dei due leader dell'isola, con le Nazioni Unite questa volta relegate ad una posizione di secondo piano. Christofias e Talat rappresentano una rottura con la storia politica passata: eletto il primo nel 2008 e il secondo nel 2005, sono entrambi uomini di sinistra (rispettivamente Partito Socialdemocratico e Partito Comunista), succedono a Papadopoulos e Denktash, di destra, intransigenti e poco concilianti, ma soprattutto vecchi rappresentanti delle fazioni coinvolte nella guerra. Con loro si ebbe l'illusione di trovare una comune soluzione che soddisfacesse entrambe le parti nel 2004, facendo perno sullo storico evento dell'ingresso di Cipro (la sola parte greca) nell'Unione Europea. Il Piano Annan (2002) era lo strumento messo a disposizione dall'ONU per giungere alla soluzione negoziale della crisi: una federazione sul modello svizzero con due componenti statuali a formare un unico stato con comune presidenza a rotazione; diritto dei greco-ciprioti a ritornare in possesso delle proprietà perse nel 1974; progressiva smilitarizzazione dalle forze greche e turche; aggiustamento dei confini. Il piano fu respinto nel 2004 con un referendum: il Nord (256mila abitanti) votò entusiasticamente a favore, la parte greca (800mila abitanti) contro. Il timore della comunità greca era mosso da una possibile redistribuzione di ricchezza e risorse (soprattutto provenienti dall'Unione Europea) a loro sfavore.

Christofias e Talat possono oggi cavalcare l'onda dei crescenti consensi nei confronti della riunificazione, con l'Unione Europea che potrebbe giocare un ruolo di primo piano facendo pressione sui turco-ciprioti attraverso la Turchia, desiderosa d'entrare nel club europeo, e sui greco-ciprioti consapevoli oramai che la percezione internazionale è mutata negli ultimi anni a loro sfavore.

Tanti i problemi: i temi da trattare sono la convivenza tra due comunità nella stessa entità statuale, la ripartizione dei poteri e delle cariche politiche, amministrative e militari, lo stato di rifugiati e coloni, rendere il paese più omogeneo dal punto di vista economico e sociale. Anche se concilianti, le proposte dei due leader divergono ancora su molti punti, in particolare sulla struttura da dare allo stato.

Per gli osservatori internazionali questa potrebbe essere l'ultima occasione per fare di Cipro un'isola unita sotto un'unica bandiera (a fasce orizzontali azzurro-giallo-rosso). Lo status quo non è sostenibile: qualora questo nuovo tentativo di unificare l'isola dovesse fallire, la soluzione alternativa potrebbe essere quella di separare definitivamente le due zone riconoscendo a livello internazionale Cipro Nord, con conseguenze pericolose (Kosovo insegna).

Il Muro che separa il Nord dal Sud è pronto a cadere: sette metri di barriera sono già stati demoliti a Ledra Street e passaggi di frontiera consentono libero transito a greco e turco ciprioti con evidenti benefici sulle relazioni tra le due comunità, oltre a maggiori opportunità di lavoro e d'affari.

Cipro unita rappresenta un sogno, una rivoluzione e un simbolo per l'intera area: non consiste nella fusione tra due popoli bensì nella convivenza proficua e pacifica tra essi.

(Immagine: Cyprus_CIA-The World Factbook)

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