Sachs 2 – sui servizi sanitari e sull'ONU
Riguardo alla salute: Quali sono le principali sfide per ottenere un sistema di salute pubblica efficiente e alla portata di tutta l’America Latina?
Ovviamente, l’America Latina deve affrontare una serie di problemi complicati in questo settore. In primo luogo, il problema di combattere malattie contaggiose – febbre del dengue, malaria, morbo di chagas – non è stato ancora risolto in alcune aree del continente, così che persistono problemi basici di salute pubblica. Allo stesso tempo, sono sorte nuove sfide: l’apparizione di nuove malattie, contaggiose come l’AIDS o causate dall’invecchiamento (problemi cardiovascolari, etc.)
I paesi sviluppati hanno esperienza riguardo malattie relazionate al cambiamento nel nostro stile di vita, fatta di diete poco sane e vita urbana sedentaria. Tuttavia, la tendenza all’obesità che si ha negli Stati Uniti ha iniziato a diffondersi anche in zone dell’America Latina, dovuta a una combinazione di diete povere e mancanza di esercizio. Così, la salute si rivela un insieme di problemi costanti ma in cambiamento.
In generale esiste una sfida principale: sincerarsi che i servizi sanitari raggiugano la popolazione intera e non solamente i ricchi. In America Latina, tutto ciò è molto costoso, soprattutto nei confronti della popolazione di età maggiore, in quanto molte persone sono escluse dai sistemi sanitari nazionali. Trovare un modello sanitario ottimale è veramente una questione irrisolta, neppure gli Stati Uniti l’hanno perseguito. Gli Stati Uniti hanno un sistema sanitario molto costoso che non vorrei vedere riprodotto in nessun altro luogo al mondo. In questo momento spendiamo il 15% del nostro PIL in sanità. E’ un sistema spaventosamente costoso e non sono neppure certo dei risultati che stiamo raggiungendo con questo sistema.
Pertanto, l’America latina dovrà sviluppare sistemi sanitari distinti. Continuo a pensare che il sistema migliore di servizi sanitari sia quello statale; personalmente, credo che sistemi come quello canadese (chiamato sistema dei contribuenti unici), o che quello britannico abbia numerosi vantaggi rispetto quello statunitense. Tuttavia sia inglesi che canadesi si lamanentano dei propri servizi pubblici, e forse un modello ideale non è stato ancora trovato.
Molte persone credono che l’ONU sia inefficiente e corrotto. Crede che sia necesario un processo di riforme interne? Ed in quali aree sarebbe più opportuno intervenire?
L’ONU si può analizzare da due prospettive. La prima è il luogo dove 191 governi membri si riuniscno per dibattere e prendere decisioni; questo forse non sarà mai un processo efficiente, viste le divergenze di opinioni dei 191 membri. Gli Stati Uniti, il paese più influente, non partecipano a questi incontri multilaterali frequentemente. Negli ultimi anni, in diverse occasioni quella degli Stati Uniti è stata una voce solitaria contro una opposizione quasi unanime. Pertanto è preoccupante pensare che l’ONU possa prendere le decisioni delle nazioni mondiali.
Un’altra maniera di vedere l’ONU è quella di una serie di organizzazioni speciallizzati in agricoltura (come l’Organizzazione per l’Agricoltura e l’Alimentazione) o nella salute (come l’Organizzazione Mondiale della Salute) o sull’infanzia (UNICEF) etc. L’ONU è formato da un gran numero di agenzie specializzate con elevate competenze tecniche. Sotto questo profilo credo che l’ONU lavori molto bene. Come assessore della Segreteria Generale, ho l’opportunità di leggere diversi rapporti di queste agenzie, e trovo che siano molto precisi, informati e concreti.
Spesso il problema non è l’ONU in sè, ma la mancanza di attenzione che i Paesi potenti dedicano alle sue ricerche.
Le raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Salute vengono spesso ignorate. In questo senso più che rimproverare l’ONU, bisogna capire che l?ONU ha più conoscenze esperte che potere.
Il potere lo detengono i paesi, ovviamente quelli più grandi e ricchi, e se questi paesi continueranno ad ignorare le raccomandazioni dell’ONU ne soffriremo tutti.
Purtroppo questo accade fin troppo spesso
Traduzione di Filippo Clò