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Scritto da nel Numero 44 - 1 Agosto 2008, Tempo e spazio liberi | 0 commenti

Vi auguro di godere tra atroci sofferenze

Un articolo di tempo libero, come quello impiegato dai parlamentari che ritengono di sollevare conflitti di attribuzioni invece che di promulgare le leggi, nel numero de L’Arengo del Viaggiatore dove si tratta di felicità. O forse perchè la notizia è relegata in fondo ai telegiornali, ben dopo la rubrica dei sapori estivi, non manca quella del cattivo gusto.
Un tempo libero che, mentre per gli eletti dal popolo si spende sul ben remunerato luogo di lavoro, per noi che da bravi ultimi della catena lavoriamo perdendo pian piano i nostri diritti acquisiti non può che svolgersi nei luoghi del pensiero e della libertà.
La libertà di immaginare come sarebbe stata migliore la vita di Karol Woytila, alias Giovanni Paolo II, se in Italia un Parlamento fiero e vigoroso come questo avesse impedito alla chiamata di Dio di avverarsi e ancora oggi ci regalasse il corpo del Sommo Pontefice alimentato tramite sondino, tenuto in vita dall’Amore di tutti i suoi fedeli che la Domenica avrebbero ascoltato in silenzio le parole mute della sua Messa. O forse, meglio, il Lodo Alfano avrebbe tenuto conto del quinto dei soggetti titolari di Libertà e avrebbe sancito a chiare lettere che anche il Papa gode del diritto di morire, quando chiamato da Dio beninteso. Certo, in effetti il Parlamento non avrebbe mai osato adire ad un conflitto di attribuzioni tra la volontà di Dio, quella di un moribondo in stato vegetativo e quella dei suoi cari: d’altronde, il Papa non ha una famiglia che soffre.
Ma la Vita non finisce qui.
L’articolo 32 della nostra Costituzione recita, al secondo comma, che “Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana.” Significa che nessuna legge ci impone di accettare le cure, come sappiamo quando firmiamo i moduli prima dei più banali interventi ospedalieri, ma le vie dei regolamenti parlamentari sono infinite.
La storia di Eluana Englaro è di quelle più difficili, come certamente avrete letto sui giornali, e il fatto che un Parlamento di invasati goda nell’ accanirsi contro la Magistratura senza mostrare la minima sensibilità verso il dramma umano di una famiglia ci ricorda che la democrazia non è per sempre. Forse davvero i nostri parlamentari, così come gli uomini di Chiesa più bigotti, davvero sono dispiaciuti di non poter godere delle Grazie del Signore in stato neurovegetativo, laddove non si prova dolore ma solo il Piacere della Vita, libera dal Pensiero, con la Mente tra le braccia del Cristo Redentore e il Corpo alla mercè della legge del più forte.
Davvero ci dispiace che non siate così fortunati.
Le cronache ci raccontano di come il premier non si senta più perseguitato dalle inchieste della Magistratura grazie all’approvazione del Lodo Alfano. Finalmente, possiamo perseguitare chi sta peggio di noi.

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